La tensione sale alle stelle nella maggioranza sul nodo prescrizione, con Di Maio e Bonafede che spingono per l’entrata in vigore dalla riforma, supportati dal premier Conte, e il Partito democratico che fa muro e chiede il rinvio. Ieri il presidente del Consiglio è tornato sulla questione spalleggiando i 5 stelle: «È giusto che la riforma della prescrizione entri in vigore da gennaio» anche perché gli effetti verrebbero a prodursi «negli anni a venire», ha affermato Conte aggiungendo che «questo non significa che non c’è necessità di assicurare un sistema di garanzie adeguato per assicurare il vincolo costituzionale della durata ragionevole dei processi. Sono convinto che con l’accordo di tutte le forze politiche troveremo una soluzione». L’accordo però sembra lontano e sul tema non è stato fissato un nuovo vertice di maggioranza. «Sono assolutamente d’accordo con Conte» quando dice che per la prescrizione «il problema è trovare un bilanciamento nell’ambito del processo. Al momento, però, le soluzioni prospettate non sono adeguate», fa sapere il vicesegretario del Partito democratico ed ex Guardasigilli Andrea Orlando. «Le garanzie proposte dal ministro Bonafede per assicurare processi rapidi e con tempi certi non sono soddisfacenti», accusa il vice capogruppo del Pd alla Camera Michele Bordo, «Ribadiamo quindi l’invito a rinviare l’entrata in vigore della nuova prescrizione. Per noi la riforma dei processi e le norme sulla prescrizione non possono non essere affrontate assieme. È davvero senza senso l’idea di procedere con l’abolizione della prescrizione senza prima aver verificato gli effetti prodotti dalla riforma della giustizia sulla durata dei processi.

È stato lo stesso ministro Bonafede, d’altronde, ad affermare che il nuovo processo scongiurerà l’utilizzo della prescrizione. Se è così per quale ragione allora teme il suo rinvio?», chiede, «Per noi, comunque, la priorità continua ad essere la durata ragionevole dei processi perché i cittadini hanno diritto ad avere dalla giustizia una risposta in tempi rapidi. Continueremo a lavorare su questo obiettivo nei prossimi giorni. Ma sarebbe il caso che il M5S non continui a tirare troppo la corda anche su questo tema», avverte Bordo. Tranchant il presidente dei senatori Pd Marcucci: «Di Maio si tolga dalla testa l’idea che sia il M5s a dettare l’agenda dei provvedimenti del governo e che il Pd si limiti solo a votarli». In mancanza di garanzie il Pd aveva minacciato di appoggiare la proposta di legge di Enrico Costa di Forza Italia contro la riforma. Ed è proprio Costa a sfidare i dem: «Conte e Bonafede ribadiscono che il blocca-Prescrizione entrerà in vigore il 1 gennaio 2020 e non ci saranno rinvii. A questo punto il Pd, che ha alzato le barricate, rischia di perdere la faccia. Giovedì la conferenza dei capigruppo esaminerà la richiesta di Forza Italia di far approdare con urgenza in aula la nostra proposta di legge: è richiesta l’unanimità, che ovviamente non ci sarà. Allora sarà l’aula a votare, probabilmente la prossima settimana. Capiremo così chi sono i complici dei 5 Stelle nel far entrare in vigore un simile obbrobrio».

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