Ancora un naufragio, l’ultimo la notte scorsa: un’imbarcazione è affondata di fronte alle coste della Tunisia. Almeno 19 i morti. Soltanto l’ultimo dei naufragi degli ultimi giorni con decine di dispersi. A un mese dalla tragedia di Cutro è stata recuperata in mare la 90esima vittima di quel terribile naufragio, diverse le iniziative per ricordare chi non ce l’ha fatta. Continuano intanto senza sosta, complici anche le buone condizioni meteorologiche, gli sbarchi sulle coste italiane: migliaia gli arrivi tra Calabria e Sicilia nell’ultimo fine settimana. Sarebbero una ventina i barconi in arrivo in Italia.

Erano partiti da Sfax, uno dei porti più trafficati nel nord dell’Africa. Provenivano dall’Africa Subsahariana, ha detto alla Reuters un funzionario dell’ong Forum Tunisino per i diritti sociali ed economici. Cinque le persone salvate dalla guardia costiera tunisina da cui dall’inizio dell’anno sono arrivati già oltre dodicimila migranti. Il 90% dei migranti sbarcati è originario dell’Africa Centrale, soltanto nelle ultime 48 ore sono arrivate in Italia tremila persone a bordo di almeno 60 imbarcazioni salpate da Sfax, Kerkenna, Madhia, Soussa, Chebba e Zawia. Solo al largo di Sfax negli ultimi giorni sono affondate cinque imbarcazioni.

Che il dossier migranti e la rotta dalla Tunisia sia in cima alle priorità del governo lo avevano commentato più volte nei giorni scorsi la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. La premier aveva annunciato un vertice tra ministri. “Bisogna affrontare la questione con grande rapidità perché è un Paese vicino al collasso finanziario, rischiamo di avere decine e decine di migliaia di migranti che abbandonano la Tunisia. Sarebbe un problema enorme, con tante persone che metterebbero a repentaglio le loro vite. Si deve intervenire immediatamente con i finanziamenti del Fondo monetario internazionale e dell’Europa“, aveva detto Tajani. Sono oltre 900 le aziende italiane impegnate in Tunisia, circa 70mila gli addetti che vi lavorano.

Prevista a fine aprile la missione a Tunisi della Commissaria agli Affari Interni dell’Unione Europea Ylva Johansson con il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi e i suoi omologhi francese e tedesco, Gerald Darmanin e Annalena Baerbock. Gli Stati Uniti rappresentano uno scoglio, per i finanziamenti l’Fmi, considerata la posizione di Washington sulla svolta autoritaria del presidente Kais Saied che con le sue ultime dichiarazioni ha di fatto lanciato la caccia all’uomo, al migrante che arriva dalle zone subsahariane, agitando lo spettro di “un piano criminale per cambiare la composizione demografica della Tunisia: ci sono alcuni individui che hanno ricevuto grosse somme di denaro per dargli la residenza. La loro presenza è fonte di violenza, crimini e atti inaccettabili, è il momento di mettere la parola fine a tutto questo perché c’è la volontà di far diventare la Tunisia solamente un Paese africano e non un membro del mondo arabo e islamico”. Secondo alcuni osservatori è considerata sempre più forte l’influenza di Russia e Cina nel Paese.

Secondo i dati Onu, dalla Tunisia sono salpati quest’anno almeno 12mila migranti giunti in Italia, contro i 1.300 dello stesso periodo del 2022. Spesso sono viaggi “fai da te”, non solo organizzati dagli scafisti. Un aspetto nuovo: si comprano i barchini e il carburante e si parte. Spesso barchini in metallo, molto instabili. La maggior parte dei migranti arriva da Congo, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso. Critica la situazione dell’hotspot di Lampedusa dove si trovano 1.800 le persone ospitate a fronte dei quattrocento posti disponibili.

Torno a chiedere con massima urgenza una nave dedicata per il trasferimento dei migranti, che sia nelle acque di Lampedusa, ferma al porto, e pronta per ogni evenienza. La situazione è critica, siamo tutti esausti. L’hotspot dell’isola non può sopportare tutto questo, non può ricevere tutta questa marea umana”, ha chiesto il sindaco Filippo Mannino. “L’Europa e l’Italia devono prendere coscienza del fatto che nel Mediterraneo è piena emergenza, ci sono donne bambini e uomini che continuano a morire, serve una Mare Nostrum europea, con il coinvolgimento di tutti i Paesi e di tutti i porti a disposizione”.

Ieri il caso degli spari a una Nave di una ong dalla Guardia Costiera libica, spari in aria. La nave Ocean Viking della Sos Mediterranée stava tentando di salvare un gommone alla deriva. Quelle persone sono state riportare in Libia dalla Guardia Costiera libica. “Il nostro equipaggio è stato minacciato con le armi dai guardacoste libici finanziati dall’Unione europea”, scrivono su Twitter, pubblicando i video di quanto accaduto sabato mattina dopo aver ricevuto la segnalazione di un gommone in pericolo da Alarm Phone. Oltre tremila i migranti che sono stati soccorsi o che sono sbarcati sulle coste italiane nel fine settimana.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.