L'invettiva
Altro che Caporetto, Conte ci sta conducendo verso il più grande fallimento della storia italiana
Nessuno sembra avere idea di come è fatto il corpo umano e la respirazione – parlo delle notizie reperibili sul sussidiario di terza media – non sanno distinguere un virus da una blatta o da un pidocchio, ignorano che cosa voglia dire Rna e non sanno raccogliere le informazioni che inutilmente fingono di saper mungere dal sanitario di turno.
I sanitari interpellati in genere i competenti medici e virologi sanno il fatto loro, sono armati di santa pazienza, capiscono che hanno a che vedere – parlare – con creature primitive che pensano così di interpretare il popolo degli uno-vale-uno e così quando, sul più bello, l’insigne virologo sta dicendo che cosa sarebbe il caso di fare, perché non è stato fatto e che cosa si potrebbe ancora correggere, c’è sempre un cretino non importa se maschio o femmina che ripete distrattamente le ultime due parole udite e non capite e taglia secco perché ha sulla scaletta il prossimo servizio – e allora vaffanculo il giornalismo, il servizio pubblico, la trasmissione di notizie, idee, critiche e correzioni.
Fanno finta di osannare la Scienza come se fosse un monolite egizio circondati da sacerdoti che sanno. Gli scienziati non sanno: gli scienziati empiristi cercano continuamente la verità attraverso tentativi, errori, correzioni di errori, nuovi tentativi e per fortuna non sono d’accordo fra loro, la loro scienza non è monolitica perché è empirica, soggetta a ogni insulto derivato dalla conoscenza, ma tutto questo non passa per l’anticamera del cervello dei conduttori con scelta incorporata, sordi, ignari, gli occhi da pesce bollito perché spaventati dalla scaletta e dai minuti e poi sempre in preda al terrore perché da un momento all’altro potrebbe parlare il signor Conte, questo nuovo principe della nostra scalcagnata Repubblica.
E Conte passa negli interstizi del televisore, è un salva schermo, cammina senza alcuna ragione tele-giornalistica lungo un corridoio dorato ed è preoccupato per il suo regno (non più Repubblica) e poi si siede pensoso, parla con schermi vuoti, tace, acconsente, sembra uno scarto shakespeariano, solo perché un giorno dette sponda al giovane Bonafede dandogli anche lezioni private di diritto e quello lo presentò a Di Maio che lo presentò a Salvini e alla fine per fare un patibolo ci vuole un albero, ci vuole un fiore, il crisantemo è quello più indicato, benché sia primavera ma non lo sa nessuno.
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