Ci sono 104 persone a bordo di una piccola nave, al largo di Lampedusa e al largo di Malta, che aspettano, aspettano… Aspettano un via libera dalle autorità italiane, o maltesi, per toccare terra. Il via libera non arriva. La nave è l’Ocean Viking, è stata mandata da Medici senza Frontiere e da Sos Mediterranee. Ha raccolto queste persone a 50 miglia dalla costa libica undici giorni fa, il 18 ottobre. Le ha avvistate col binocolo, mentre pattugliava. Erano naufraghi disperati su un gommone stracarico e in panne. Tra loro ci sono due donne incinta, 41 ragazzini, due neonati, uno di due mesi e uno di undici. Il più piccolo è nato nel campo di prigionia vicino a Tripoli. Moltissimi di questi naufraghi, interrogati dai medici e da una giornalista di Avvenire, hanno raccontato le violenze che hanno subito e alle quali hanno assistito nei campi di concentramento libici. Prima di scappare, in cerca dell’Italia.

Ci sono altre 90 persone in mezzo al Mediterraneo, anche loro in attesa di un porto. Sono quelli della Alan Kurdi, le hanno ripescate due giorni fa. Uno dei questi poveretti ha raccontato di essere scappato già due volte dal lager, e di essere stato catturato di nuovo e di nuovo imprigionato. L’ultima volta è riuscito a scappare perché il campo è stato bombardato dai ribelli, e lui ha visto molti suoi compagni morire, e poi ha trovato un varco per fuggire. Si è imbarcato, con gli scafisti, ma nello scorso week end la sua barca è andata a fondo.

Malta e l’Italia non rispondono agli appelli. Non concedono un porto. L’Europa tace, probabilmente non è stata neppure messa al corrente. Qual è la novità rispetto a quando al ministero dell’Interno c’era Salvini? La novità è che nessuno ne parla, i giornali si occupano d’altro, nessun magistrato interviene, nessun ministro viene indagato per sequestro di persona o per arresto illegale, il tribunale dei ministri riposa.

Ma se ci fu sequestro di persona sulla Nave Diciotti, o sulla Sea Watch, c’è sequestro anche stavolta, no? Francamente resto stupito di fronte al velo che copre questo nuovo scandalo. Io sono tra quelle persone che nei mesi scorsi ha gridato con tutte le sue forze lo sdegno contro Salvini – e Di Maio e Conte – che mettevano le esigenze della loro campagna elettorale e della cattura del consenso davanti a tutto, infischiandosene della sofferenza e dell’angoscia di centinaia di poveri profughi. A me pareva chiarissimo che non c’era niente di razionale nella loro posizione. L’allarme-invasione non sta né in cielo né in terra. Io penso che non stia né in cielo né in terra. Penso che il numero di immigrati che vivono nel nostro paese sia contenuto. Che l’arrivo, sulle navi dei soccorsi, di qualche centinaio di africani non sia certo una tragedia per un paese di 60 milioni di persone con un Pil pro capite di circa 30 mila euro all’anno. A me pareva evidente che il problema non fosse quello di respingere la povera gente straniera ma fosse quella di organizzare l’accoglienza, di ridistribuire le presenze, di mettere le persone in condizione di integrarsi e trovare un lavoro, o di muovere verso altri paesi europei forti e ricchi quanto e più dell’Italia.

Per questo gridavo, mi facevo il sangue amaro, imprecavo e cercavo di far valere le mie ragioni, anche in Tv, contro quelli che mi parevano puri ideologismi reazionari, quelli d Mario Giordano, di Daniele Capezzone, di Maurizio Belpietro e di tanti altri. Tutti sulle posizioni xenofobe di Matteo Salvini e della Meloni. E mi sentivo vicino a molti esponenti della sinistra, che finalmente avevano abbandonato le posizioni ultra moderate e si spingevano a sostenere le idee di Bergoglio e dei cristiani..

Beh, ora mi viene il dubbio di non avere capito niente. Se il naufrago interessa solo quando serve a fare polemica contro Salvini, allora non c’è più differenza tra chi lo difende e chi lo vuole respingere. Se davvero, ora che Salvini non è più al ministero, il naufrago non interessa più a nessuno, e se ne andasse pure a casa sua a cercare pace, allora non era solo Salvini a fare politica sulla pelle dei poveri africani che rischiano di morire in mare.

Del resto nei giorni scorsi non ho letto molti editoriali, né visto molti titoli di apertura, sui giornali, che parlavano di quel camion in Gran Bretagna, trovato con 35 cadaveri di migranti morti soffocati. Una tragedia inaudita, senza pari. Che – mi pare – ha lasciato indifferenti anche gli intellettuali di sinistra: noi intellettuali di sinistra.

Io sono molto impaurito dal clamoroso successo della Lega di Salvini, che sta dilagando in tutt’Italia, che ha conquistato anche l’Umbria, che minaccia l’Emilia rossa, quella di Dozza e anche di Peppone. Temo che imponga una svolta culturale antimoderna, antieuropea, reazionaria.Però adesso mi viene il dubbio che nella battaglia politica ci sia un elemento di finzione e di messa in scena molto superiore a quello che io immaginassi. Salvini è un maestro in questa finzione. A lui piace mostrarsi molto più reazionario di quello che è, molto più xenofobo, gli piace persino, talvolta, ripetere o parafrasare frasi di Mussolini. Ha calcolato che non gli nuoce: porta voti. Benissimo, lo avevo capito. Non avevo capito che forse anche la sinistra fa la stessa cosa. Ama i naufraghi finché servono a colpire Salvini. Se ne infischia dei loro diritti.

Se è così, cosa resta? Il papa, che peraltro è sotto il bombardamento dei nemici interni? Una pattuglietta di garantisti, cioè di quelli che pensano che i diritti siano diritti uguali per tutti, per i ricchi e per i poveri, per i poveri e per ri ricchi?
Magari mi sbaglio. Magari è solo disattenzione. Speriamo. Ministra Lamorgese, mi dica: mi sbaglio?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.