Il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici sottolinea i doveri fondamentali di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti pubblici devono osservare sia in servizio sia fuori servizio. Il rispetto di queste regole, delle quali costituisce pietra miliare il D.P.R. 62/2013, è volto a garantire servizi di alta qualità, ma anche a prevenire la corruzione.

Perché sono state attuate delle modifiche al D.P.R. 62/2013

La revisione si è resa necessaria per essere in linea con le previsioni del decreto legge ‘Pnrr 2’ (dl n. 36/2022), ha per obiettivo principale il raggiungimento della Milestone M1C1-58 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Questa milestone si concentra sulla riforma della Pubblica amministrazione, che dovrebbe essere completata entro il primo semestre del prossimo anno (30 giugno 2023).

Il nuovo schema di decreto, pubblicato il 29 giugno in Gazzetta Ufficiale (entrata in vigore il prossimo 14 luglio) il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (dpR n. 62/2013), offre un nuovo set di normative che promuovono un’etica di lavoro più equa, ecologica e responsabile.

Le modifiche principali

Le nuove regole entreranno in vigore dal 14 luglio e includeranno l’introduzione del divieto di discriminazione sul lavoro basata sulle condizioni personali, l’adozione di comportamenti ‘green’ rispettosi dell’ambiente e regole più stringenti per l’uso dei social media da parte dei dipendenti pubblici.

  1. L’art. 3, comma 4, è stato modificato per enfatizzare i principi di economia, efficienza ed efficacia nel contesto di un consumo energetico sostenibile e di un rispetto dell’ambiente durante le attività amministrative.
  2. In vista della crescente digitalizzazione del lavoro, l’art. 11-bis e l’Art. 11-ter sono stati introdotti. Questi nuovi articoli disciplinano l’utilizzo delle tecnologie informatiche e dei social media, introducendo regole per la sicurezza dei sistemi informatici, la protezione dei dati, l’uso dei dispositivi elettronici personali e l’utilizzo appropriato dei social media.
  3. L’art. 11-quater sottolinea l’importanza del rispetto dell’ambiente sul posto di lavoro, incoraggiando i dipendenti a contribuire agli obiettivi di riduzione del consumo energetico e di risorse, e alla raccolta differenziata dei rifiuti.
  4. Infine, l’art. 11-quinques promuove il rispetto della personalità, della dignità e dell’integrità fisica e psichica di tutti i dipendenti e gli utenti, imponendo il divieto di discriminazioni di qualsiasi tipo.

Cosa cambia in sostanza: social media e privacy

Cautela nell’uso dei social media– Il dipendente pubblico, quando utilizza i propri account di social media, “utilizza ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza. In generale, deve astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione pubblica.

Riservatezza delle comunicazioni di servizio– Non si fanno sulle piattaforme digitali, come whatsapp, o sui social media, comunicazioni che riguardano direttamente o indirettamente il servizio, a meno che l’uso dei social media non risponda esso stesso ad una esigenza di carattere istituzionale. Meglio comunque che le amministrazioni pubbliche si dotino di una “social media policy” utili a individuare le responsabilità, anche graduandole in base al livello gerarchico.

Utilizzo privato di strumenti pubblici- Le nuove regole consento al dipendente di usare gli strumenti informatici forniti dall’amministrazione per incombenze personali, così da non doversi allontanare dalla sede di servizio, “purché l’attività sia contenuta in tempi ristretti e senza alcun pregiudizio per i compiti istituzionali”.

Come si firmano le email- I dipendenti si uniformano alle modalità di firma dei messaggi di posta elettronica di servizio individuate dall’amministrazione di appartenenza. Ciascun messaggio in uscita deve consentire l’identificazione del dipendente mittente e deve indicare un recapito istituzionale al quale il medesimo è reperibile.

Giulio Pinco Caracciolo

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