A Cernusco sul Naviglio
Antonio Bellocco ucciso da Andrea Beretta, sangue tra capi ultrà dell’Inter: la palestra di pugilato, la ‘ndrangheta e la lite dopo l’allenamento
L’incontro in una Smart dopo l’allenamento, la sosta nel parcheggio della palestra (Testudo) di pugilato in via Besozzi, la discussione degenerata in lite, poi la follia: la vittima tira fuori la pistola e ferisce il suo assassino alla gamba, quest’ultimo estrae il coltello e sgozza il suo aggressore. Sarebbe questa la ricostruzione di quanto avvenuto poco dopo le 10.30 di mercoledì 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, dove due ultrà dell’Inter, con legami diretti con la criminalità organizzata (‘ndrangheta), si sono incontrati probabilmente per un chiarimento, poi finito nel sangue.
L’allenamento in palestra, la lite e l’omicidio di Bellocco
A essere ucciso Antonio Bellocco, 36 anni, mentre il ferito è Andrea Beretta, 49 anni, uno degli attuali capi ultras nerazzurri. Non ci sono altre persone coinvolte. Bellocco, pregiudicato legato alla ndrina di Rosarno, avrebbe sparato a Beretta, il quale lo avrebbe poi ucciso a coltellate. Le indagini sono condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura Milanese e nello specifico dal pm Paolo Storari. Sul luogo dell’omicidio, sono arrivati anche altri leader della curva interista. La palestra in questione, la Testudo, è frequentata da diversi esponenti del tifo organizzato della squadra Campione d’Italia.
I legami tra Beretta e Boiocchi, ucciso 2 anni fa
Al momento Beretta è piantonato all’ospedale San Raffaele di Milano dove è arrivato in codice giallo. Le sue condizioni non sarebbero gravi. E’ in stato di arresto e dovrà rispondere di omicidio. Il 49enne, tra i capi ultrà della curva nord dell’Inter, è considerato il braccio destro di Vittorio Boiocchi, vecchio leader della curva nerazzurra ucciso in strada nell’ottobre del 2022 sempre per questioni relative alla criminalità organizzata e alla droga.
Chi era Antonio Bellocco, nipote boss e amico del capo ultras Ferdico
La vittima invece -secondo la ricostruzione degli investigatori- era considerato l’erede dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta basata a Rosarno (Reggio Calabria). Bellocco era il nipote del boss storico, e il figlio di Giulio Bellocco, morto nel gennaio scorso nel carcere di Opera dove si trovava detenuto in regime di 41 bis. Il suo arrivo, da circa un anno, nel direttivo ultrà, avrebbe creato malumori nella gestione della curva, attriti che potrebbero essere alla base della lite che stamani è finita prima con il ferimento di Beretta e poi con l’omicidio di Bellocco.
Bellocco era amico dell’attuale capo della curva nerazzurra Marco Ferdico. Dalle fotografie e nelle tante storie pubblicate su Instagram da quest’ultimo, Bellocco appare come vero protagonista della tifoseria milanese.
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