Le parole dell'ex presidente della Commissione Ue
Gli aneddoti di Juncker, dalle trattative con il Quirinale allo scontro con Renzi. Poi il racconto sull’ego di Conte: “Finì per infastidire i leader”

In 40 anni di politica europea vissuta in prima linea, Jean-Claude Juncker ha visto tanti leader del Vecchio Continente, tra cui molti italiani. Ci ha dialogato e ci ha discusso. L’ex presidente della Commissione Ue, dal 2014 al 2019, ne ha parlato ieri sul Sole 24 ore, citando il suo rapporto con i presidenti della Repubblica e con alcuni premier di Roma. In alcuni casi, anche lasciando diversi interrogativi.
Juncker su Napolitano e Mattarella
Juncker ha ribadito come sia stato molto legato ad alcune personalità italiane, che lo hanno “profondamente marcato”, come Carlo Azeglio Ciampi ma anche Giorgio Napolitano. “In questi anni di dibattiti feroci, gli italiani hanno dimostrato finezza nello scegliere i loro presidenti che si sono sempre differenziati dalla maggioranza delle personalità politiche italiane per la loro serietà e per la loro capacità a riflettere oltre la loro persona. Non amavano la combinazione, ma l’armonia” ha raccontato l’ex presidente della Commissione Ue.
“Con Giorgio Napolitano e poi con Sergio Mattarella, che appartiene alla schiera dei presidenti che ho appena citato, ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani. O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea. Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere…” ha aggiunto Juncker.
Conte scimmiottato in Europa
Poi il passaggio su alcuni presidenti del Consiglio, in primis Giuseppe Conte. Juncker racconta un aneddoto in cui, volente o nolente, dipinge l’attuale leader del Movimento 5 Stelle in maniera tutt’altro che positiva. L’ex presidente della Commissione Ue, infatti, ricorda Conte così: “Al Consiglio europeo iniziava sempre i suoi interventi dicendo: “Io in quanto professore di diritto internazionale devo dirvi…”. Anche se l’uomo ci piaceva, finì per infastidire gli altri leader, tanto che il premier svedese Stefan Löfven cominciò i suoi interventi allo stesso modo: “Io in quanto idraulico devo dirvi…”. E lo stesso faceva il premier bulgaro Bojko Borisov: “Io in quanto pompiere devo dirvi…”. Tutto ciò era molto divertente”. Un racconto che descrive come era visto Conte negli ambiti europei.
Juncker sullo scontro con Renzi
Juncker, in seguito, parla anche del suo rapporto con Matteo Renzi, ai tempi della sua premiership in Italia. “Mi ricordo ancora un vertice del G20 a Brisbane nel 2014, quando in un incontro con Matteo Renzi venimmo quasi alle mani, discutendo del bilancio italiano. Detto ciò ho apprezzato Renzi perché a dispetto dell’atteggiamento che ebbe verso l’esterno era un uomo che sapeva ascoltare. Ma la sua facoltà di ascolto avrebbe potuto essere più spontanea”.
Una dichiarazione a cui è seguita la reazione dell’attuale leader di Italia Viva: “Smentisco qualsiasi contatto fisico con Jean Claude, ma confermo che lo scontro verbale fu durissimo. E alla fine vincemmo noi portando a casa flessibilità per trenta miliardi”.
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