“Ho combattuto tanto per fare emergere il territorio piceno. Oggi siamo presenti in 52 paesi nel mondo e produciamo 2 milioni e mezzo di bottiglie”. A parlare è Angela Velenosi, origini abruzzesi ma a tutti gli effetti marchigiana, titolare e ambasciatrice nel mondo di Velenosi Vini, splendida azienda vitivinicola di 190 ettari con sede ad Ascoli Piceno. Se oggi i vini di questo territorio così piccolo ricevono apprezzamenti e riconoscimenti anche a livello internazionale buona parte del merito è certamente suo.

Con 180 chilometri di coste (con splendide località turistiche) e, alle spalle, la catena dell’Appennino, il territorio marchigiano ha una vocazione specifica per la viticoltura. Dalle alture discendono numerosi fiumi come se fosse un pettine. Dai Balcani arrivano correnti fredde e perfino la neve. Allo stesso tempo, le estati sono molto calde. Tutto ciò permette una viticoltura collinare che degrada verso il mare con ottime escursioni termiche tra il giorno e la notte. Tanto che qualcuno l’ha definita la Maremma dell’Est. “L’azienda nasce nel 1984. La mia è una storia semplicissima – racconta Angela – io e mio marito Ercole avevamo vent’anni e decidiamo di fare qualcosa che sia nostro. È stato un cammino difficile. Di agricoltura non capivamo un granché, non avevamo grandi risorse da investire e non vivevamo in un territorio così conosciuto. A quei tempi, a rappresentare la provincia di Ascoli, c’era soprattutto la doc Falerio. La nostra è stata un’avventura piena di ostacoli. Eppure mi sembra ieri: è stata come una corsa. Mi sento come Forrest Gump e non riesco ancora a fermarmi”. Fin dall’inizio dell’attività, Angela è l’ambasciatrice dell’azienda e gira per il mondo per raccontare e proporre i suoi vini. Potremmo davvero definirla la ‘ragazza con la valigia’. “Ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto, visitando ben 55 paesi fuori dall’Italia”, continua Angela.

“Ho trovato tante culture e modi di fare. La cosa più bella per chi fa il mio lavoro è adattarsi alle culture locali. Devi adeguarti anche dal punto di vista delle religioni. Prima di ogni viaggio mi documento su usi e costumi. Quante differenze! Gli acquirenti giapponesi hanno delle regole rigide: sono persone con le quali devi misurare le parole che dici. Noi commerciali sono molto loquaci, ma loro calibrano molto le parole”. All’inizio non era facile raccontare dei vini e un territorio poco conosciuti come quelli delle Marche. Forse è anche questo il motivo per cui i vini della cantina Velenosi sono caratterizzati, allo stesso tempo, da una grande integrità del frutto e da una spiccata capacità seduttiva. Vini ricchi di aromi che seducono il palato. “La piacevolezza del bere è un valore aggiunto, molto apprezzato anche all’estero”, conferma Angela. “Immagina di essere una produttrice come me: devi andare in giro per il mondo, a 20-25 anni di età, per promuovere un territorio con grandi potenzialità, certo, ma ancora ignoto ai più. Quando, più di 35 anni fa, mi sono affacciata per la prima volta al mercato globale con le nostre specialità, non potevo proporre un brand o un territorio conosciuti, ma dovevo presentarmi con qualcosa di piacevole. Ecco perché la nostra filosofia è stata sempre quella di fare dei vini piacevoli e accattivanti”. Il minimo comune denominatore diventa così il profumo. “È il nostro marchio, anche il nostro vino più economico deve avere la piacevolezza e il profumo. Un po’ come per una donna, ogni vino deve avere il suo profumo. Come un incarnato per una donna così deve essere per quella tipologia di vino. Ovviamente la nostra filosofia è basata sul massimo rispetto del vitigno: non vogliamo stravolgerlo, nei nostri vini sentirai i profumi delle nostre uve: la Passerina, il Pecorino, il Verdicchio”.

Anche il lavoro per la promozione del monovitigno locale è stato fondamentale. “Se torno indietro di 37 anni non posso non ricordare che le Marche erano conosciute soltanto per il Falerio dei Colli Ascolani e per il Verdicchio dei Colli Anconetani. Il Falerio però è un blend di più varietà: Trebbiano, Passerina, Pecorino, Malvasia. Ecco perché nasce l’esigenza di avere un monovitigno”, spiega Angela. Velenosi cerca dunque fin dall’inizio di valorizzare i vitigni che allora non erano così diffusi, come il Pecorino e la Passerina. Oggi Angela può affermare che “a distanza di anni hanno ottenuto un discreto successo. In particolare, il pecorino dà tante soddisfazioni all’estero, in Australia e Nuova Zelanda”. In proposito c’è anche una curiosità: “Non immaginavo che il pecorino fosse il formaggio più famoso al mondo, ma viaggiando molto all’estero ho scoperto pure una certa curiosità verso un vitigno che ha lo stesso nome del formaggio. Non è stato difficile far rimanere nella mente quel nome”. Ovviamente, esistono delle differenze tra il Pecorino delle Marche e quello dell’Abruzzo, dove l’azienda ha cominciato di recente a produrre da 12 ettari siti a Controguerra, nelle Colline Teramane.

In pratica le due aziende sono divise soltanto dal fiume Tronto. “Il Pecorino marchigiano somiglia un po’ al Verdicchio: ha acidità, sapidità e una propensione a una vita molto lunga. Presenta tonalità agrumate e di frutta esotica. Mentre il Pecorino di Controguerra ha tonalità molto più erbacee. I nostri due marchi, Prope in Abruzzo e Villa Angela nelle Marche, sono realizzati con lo stesso vitigno, ma offrono sfaccettature molto diverse”. Ma il cuore dell’azienda Velenosi sono soprattutto i vini rossi, fatti per conquistare, nei quali si ritrovano, insieme, il carattere vigoroso del territorio e lo stile morbido e seduttivo della casa. Obbligatorio citare, nell’ordine, il sontuoso Roggio del Filare, vino pluripremiato e storico rosso del Piceno, l’Offida Ludi, blend di vitigni francesi dalla personalità mediterranea, la Lacrima di Morro d’Alba Querciantica, dalla deliziosa bevibilità, il Ninfa Igt Marche, vino deciso ed elegante. Infine, i due Montepulciano d’Abruzzo: il Prope, fruttato tipico e varietale, e il Verso Sera Colline Teramane, un corpo vigoroso rivestito di velluto. Con questa solida base, oggi l’azienda si prepara al passaggio generazionale: nella compagine sono entrati a pieno titolo i figli Marianna, responsabile per il marketing strategico, e Matteo, enologo. Ma il boss resta sempre la mamma: la formidabile Angela.

Le migliori etichette di Velenosi Vini secondo noi

Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2019
70% Montepulciano, 30% Sangiovese. Un anno in barrique.

Offida Ludi 2019
85% Montepulciano, 15% Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Un anno in barrique.

Ninfa Igt Marche Rosso 2020
Uve rosse delle Marche, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot, Syrah. Acciaio e botti nuove da 300 litri per 18/24 mesi

Gran Cuvée Gold 2011
70% Chardonnay, 30% Pinot Nero. Metodo classico 120 mesi.

Lacrima di Morro d’Alba Superiore Querciantica 2020
100% Lacrima di Morro d’Alba. Solo acciaio.

Offida Pecorino Rève 2020
100% Pecorino. Acciaio e barrique per 6 mesi

Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Verso Sera 2020
100% Montepulciano. Botti grandi e acciaio per un anno.

Montepulciano d’Abruzzo Prope 2019
100% Montepulciano. Un anno fra acciaio e botti grandi.

Journalist, author of #Riformisti, politics, food&wine, agri-food, GnamGlam, libertaegualeIT, Juventus. Lunatic but resilient