Il caso
Angelo Borrelli è positivo al Coronavirus, la bufala rilanciata dal Corriere in prima pagina
Angelo Borrelli positivo al Coronavirus? Fortunatamente no, il capo della Protezione civile e commissario per l’emergenza Covid-19 è risultato negativo al tampone, come comunicato questa mattina dal Dipartimento di Protezione civile dopo che nella giornata di ieri Borrelli aveva avvertito sintomi febbrili.
LO ‘SCOOP’ DAGOSPIA – Ma nell’ansia dello scoop c’è chi ieri, e purtroppo anche oggi, ha dato in pasto ai suoi lettori una notizia falsa. Nel pomeriggio di ieri, poche ore dopo la nota del Dipartimento di Protezione civile in cui si annunciava lo stato febbrile di Borrelli, Dagospia, il portale di informazione e ‘gossip’ di Roberto D’Agostino, scrive questo flash: “Borrelli è positivo al Coronavirus”. Nel titolo c’era spazio anche per una sorta di analisi in cui si precisava come la notizia non fosse “un bel segnale psicologico per gli italiani, visto che lui e Bertolaso (effettivamente positivo al Covid-19, ndr) dovrebbero essere esperti su come evitare il contagio”.
Questa mattina quindi Dagospia è dovuto tornare sui suoi passi e fare “dietront”, precisando come Borrelli sia negativo al Coronavirus.
IL CASO CORRIERE – Ma a cadere nella trappola c’è anche il Corriere della Sera, che nell’edizione cartacea di questa mattina scrive, sopra il titolo su Conte e i 25 miliardi del prossimo decreto, che è “Positivo il capo della Protezione civile Borrelli”. All’interno dell’articolo di Fabrizio Caccia, il quotidiano riporta correttamente che l’esito del tampone doveva ancora arrivare.
PRIVACY E TEMPI – Due casi che evidenziano problematiche diverse. Il primo riguarda i tempi: Dagospia che alle 16 di mercoledì scrive di Borrelli positivo ignora completamente che ci vogliono ore per avere il risultato del tampone, dando per malato una persona che non lo era.
Non va poi dimenticata la questione privacy: i risultati dei tamponi e in generale ciò che riguarda la salute di una persona, non sono pubblici, anche se la persona interessata dall’articolo ricopre incarichi pubblici. Anche per questo esiste il Garante della privacy…
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