Interrogato per ore alla fine è crollato e ha confessato tutto: “Abbiamo litigato per la macchina, mi ha insultato e io non ci ho più visto”. Così Hamedi El Makkaoui, 22 anni, di origine marocchina, ha ammesso di aver ucciso a martellate Anselmo Campa, l’imprenditore di 56 anni trovato senza vita lo scorso 20 aprile a Grumello del Monte (Bergamo), all’interno della sua abitazione con diversi colpi alla testa, con l’omicidio che sarebbe avvenuto la sera del 19 aprile. Il giovane è l’ex fidanzato della figlia della vittima.

Sentito per diverse ore il giovane si è sempre più contraddetto rispetto ai suoi spostamenti di quel giorno. Cosa che ha portato i militari, coordinati dal magistrato incaricato delle indagini, ad eseguire una perquisizione al suo posto di lavoro ed all’interno della sua abitazione. Nel corso delle operazioni il giovane è crollato, confessando l’omicidio. A quel punto ha accompagnato gli investigatori in zona boschiva di Castelli Calepio, sulle sponde del fiume Oglio, dove aveva nascosto l’arma del delitto (un martello) ed i vestiti utilizzati quella sera e che presentavano ancora evidenti tracce di sangue mentre sul suo luogo di lavoro sono stati rinvenuti il portafogli ed il mazzo di chiavi dell’abitazione della vittima, nonché dei pantaloni utilizzati per la fuga dopo il fatto.

Ancora più agghiacciante la ricostruzione fatta dal Corriere della Sera secondo cui era stato proprio il 22enne ad andare a prendere la figlia della vittima, la sua ex fidanzata, all’aeroporto. La ragazza si trovava all’estero per lavoro quando ha saputo della morte del padre ed è subito rientrata. Lui si sarebbe mostrato subito affettuoso con lei e con la madre, le ha sostenute in quei momenti drammatici. Poi ha confessato.

Tutto si sarebbe consumato per la Cio rossa che Campa aveva acquistato per la figlia ma che usava il giovane. Poi avrebbe deciso di venderla e se l’era fatta restituire. Il furioso litigio sarebbe scoppiato sui soldi, ha detto il giovane: “Io gli avevo pagato alcune rate e gli chiedevo di restituirmele. Ma lui ha cominciato a dirmi che ero un marocchino di m…”. Uno degli amici di Campa ha raccontato al Corriere di aver comprato lui quella Clio. “Abbiamo fatto il passaggio di proprietà proprio il giorno in cui è stato ucciso – ha detto – siamo andati in agenzia, io, lui e mia figlia Agnese, la macchina ce l’aveva già data: 9 mila euro. Pensi che non l’ho ancora pagata. Mi fa un certo effetto sapere che è l’origine di tutto ma almeno sappiamo chi è stato”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.