Continua la caccia ai killer di Antonio Morione, il 41enne pescivendolo ucciso la sera del 23 dicembre scorso nel corso di una rapina all’esterno della sua attività commerciale a Boscoreale, comune in provincia di Napoli. Indagini serrata dai parte dei carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata che stanno setacciando da giorni la zona, anche con l’aiuto di un elicottero, per rintracciare i tre occupati di una Fiat 500 di colore bianco utilizzata (e poi bruciata) per realizzare più colpi, a partire dalla rapina alla prima pescheria (“La rosa dei venti”) gestita da Giovanni, fratello di Morione.

Nelle scorse ore, attraverso le parole di Marco Izzo, legale della famiglia di “Tonio”, è emerso un ulteriore particolare su quei drammatici attimi. Il 41enne è stato ucciso perché colpito al volto da uno dei quattro proiettili esplosi da un rapinatore che lo aveva sorpreso a squarciare, armato di coltello, le ruote della vettura. Un gesto probabilmente nato per impedire la fuga.

Morione al momento della rapina si trovava all’esterno della pescheria. Ha visto scendere uno dei banditi e ha impugnato un coltello per bucare le ruote “dopo aver visto la pistola puntata in faccia alla figlia e alla nuora, due ragazze, entrambe minorenni, che stavano lavorando in pescheria. Voleva difendere loro, non l’incasso”. Queste le parole del legale Izzo riportate dal quotidiano Il Mattino. Difendere la sua famiglia e le persone che quella sera (il 23 dicembre è una delle giornate più proficue per le pescherie napoletane che lavorano fino a tarda notte in vista della vigilia e del pranzo natalizio) erano presenti, oltre una decina tra familiari e clienti.

Eroe fino all’ultimo“. Così è stato definito il 41enne da diversi conoscenti. Un gesto per difendere la sua famiglia da quei banditi che poco prima, e probabilmente Tonio già ne era a conoscenza, avevano rapinato e portato via l’incasso della pescheria del fratello. Nelle prossime ore verrà effettuata l’autopsia, disposta dalla procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso. Poi la salma verrà restituita ai familiari per i funerali che dovrebbero svolgersi entro la fine di questa settimana con i comuni di Torre Annunziata (città natale di Morione) e Boscoreale che hanno disposto il lutto cittadino.

Intanto oggi è previsto un incontro in Prefettura tra il prefetto Claudio Palomba e i rappresentanti del Comitato di liberazione dalla camorra e dal malaffare di Torre Annunziata, nato dopo un altro drammatico omicidio, quello di Maurizio Cerrato, il papà picchiato e ucciso con una coltellata dopo essere intervenuto, anche lui come Morione, per difendere la figlia per una questione relativa a un parcheggio in strada occupato con una sedia. 

Al prefetto verrà chiesta maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio oltre alle telecamere pubbliche, assenti in molte zone. Basti pensare che per ricostruire il percorso dei tre rapinatori, i carabinieri hanno acquisito le immagini di videsorveglianza di diverse attività commerciali di Boscoreale.

La pescheria “Il Delfino” è stata aperta nella giornata di lunedì 27 dicembre per poche ore. Dopo la veglia dei giorni scorsi, con tanto di lumini, fiori e dediche per “Tonio“, la moglie e i tre figli del pescivendolo ucciso hanno rialzato la serranda dell’attività di famiglia, donando tutto il pesce ancora disponibile alla mensa dei poveri di Torre Annunziata.

Polemiche, superflue, per la scarsa partecipazione avvenuta a un flash mob organizzato nella giornata di lunedì in piazza Pace. Appena una ventina le persone presenti, tra cui l’attivista Daniela Lourdes Falanga (presidente di Arcigay Napoli). “Non c’è stata nessuna paura di ribellarsi a quanto accaduto” precisa numerosi cittadini di Boscoreale. “Non ne sapevamo nulla, l’evento è stato poco pubblicizzato” fanno sapere sui social. 

Una nuova iniziativa è in programma alle 16 di martedì 28 dicembre presso l’associazione “La Stazione – Stella Cometa” in via Giovanni della Rocca, luogo dove si trova la pescheria Il Delfino. “Stamattina (ieri, ndr) una delegazione del comitato cittadino è stata ricevuta dal sindaco, informando lo stesso che sul territorio si sta creando una rete tra associazioni e liberi cittadini per istituire un presidio di legalità” fa sapere l’associazione.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.