Incensurato, rischia di essere entrato nell' "università della criminalità"
Antonio rischia il Natale in carcere perché non c’è il braccialetto elettronico: “È una vittima di Bonafede”
Antonio Castellucci ha 25 anni. Un mese fa è entrato in carcere a Poggioreale. Non aveva mai avuto problemi con la giustizia finchè una sera ha fatto salire sul suo motorino un amico che era in possesso di una pistola. Fermati dalla polizia per un controllo sono finiti entrambi in carcere. “Mio nipote è un bravo ragazzo che ha sempre fatto il pizzaiolo – dice suo zio – ora si trova in carcere da innocente e per di più dopo che gli hanno dato i domiciliari non può tornare a casa perché i braccialetti elettronici non ci sono. E adesso rischia di passare il Natale in carcere”.
I familiari del ragazzo raccontano che 16 giorni fa il giudice ha stabilito che Antonio potesse andare a casa ai domiciliari con il braccialetto. “Mio nipote è ancora in carcere in attesa di questo braccialetto elettronico che non c’è. La Giustizia vanta di aver messo in atto le scarcerazioni per alleggerire il sovraffollamento con i braccialetti ma di fatto non esiste niente”, dice lo zio di Antonio.
A preoccupare lo zio di Antonio c’è anche un’altra questione: “Anche io purtroppo ho vissuto il carcere – racconta – So bene che non è altro che una scuola che insegna come fare una rapina fatta bene, come vendere la droga senza essere arrestati,…un ragazzo giovane che entra in carcere e che non sa nulla di questo mondo potrebbe uscire peggiore. Io spero che mio nipote quando uscirà da questa storia, riprenderà a fare il pizzaiolo anche se il lavoro non c’è. Il carcere a volte crea criminali. È anche questo: chi entra per la prima volta sta andando a un college per imparare quello che sono i reati”.
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“Questa è una giustizia finta – continua lo zio – Non capisco che senso ha che un giudice manda ai domiciliari un ragazzo e poi la burocrazia e la giustizia che non funziona lo tengono comunque in carcere. La giustizia è fallita”.
Normalmente un detenuto nella stessa situazione di Antonio ci metterebbe due giorni a tornare a casa. Ne è consapevole Pietro Ioia, Garante dei detenuti del Comune di Napoli. “Invece qui si aspetta settimane e settimane – dice Ioia – Ovviamente non dipende dal carcere ma dalla funzionalità del Ministero di Grazia e Giustizia che tanto si è vantato di questi braccialetti ma alla fine non ci sono. Un cavallo di battaglia di Bonafede che ha detto che i detenuti che devono scontare gli ultimi mesi lo potevano fare con il braccialetto a casa. Peccato che non ci sono. Che fine hanno fatto? Perché non accordare comunque i domiciliari in attesa che arrivino?”.
Ora Antonio dovrà probabilmente rimanere in carcere anche a Natale. “Passare le feste in carcere per un detenuto che è stato scarcerato ma ci deve rimanere solo perché il braccialetto non arriva, è veramente devastante”.
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