Esteri
Appello a Di Maio: l’Italia non sia complice del boia iraniano
Gentile Ministro Di Maio,
Le nostre organizzazioni sono profondamente preoccupate per la promessa del governo italiano di fornire supporto antidroga al governo iraniano, dato l’elevato rischio che questo sostegno si traduca in condanne a morte per presunti autori di reati di droga. È particolarmente preoccupante che il sostegno dell’Italia alle operazioni antidroga iraniane sia stato promesso nello stesso mese in cui l’Iran ha confermato 50 condanne a morte per droga in una sola prigione. La esortiamo a confermare che l’Italia non procederà con questa assistenza fino a quando l’Iran non abolirà definitivamente la pena di morte per reati di droga.
Il governo italiano ha storicamente assunto la posizione più forte contro la pena di morte, e le nostre organizzazioni hanno lavorato a stretto contatto con il Ministero degli Affari Esteri per sostenere molte persone a rischio di pena di morte all’estero. Nel settembre scorso, l’Italia ha ospitato un evento presso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare l’introduzione della Risoluzione biennale per una moratoria universale sull’uso della pena di morte. Nelle sue osservazioni a quell’evento, ha confermato che: «L’Italia rimarrà pienamente impegnata a sostenere la campagna internazionale per una nuova moratoria universale sulla pena di morte, in vista della sua abolizione nel mondo… una campagna che riguarda i diritti e la dignità di ogni essere umano».
Data questa forte opposizione pubblica alla pena di morte, la scorsa settimana ci siamo allarmati nel leggere sul Tehran Times che il governo italiano si è impegnato a estendere il proprio sostegno alle operazioni antidroga iraniane, che abitualmente portano alla condanna a morte e all’esecuzione degli imputati. Nello specifico, il Tehran Times ha riferito che: «Dopo un incontro con l’ufficiale di collegamento della polizia antidroga italiana Salvatore Labarbera, il capo della polizia antidroga iraniana Majid Karimi ha annunciato che il livello di cooperazione tra i due Paesi sarà rafforzato e incrementato. L’incontro si è tenuto in Iran il 3 dicembre, durante il quale Labarbera ha sostenuto l’idea di estendere il livello di cooperazione esistente e ha sottolineato la necessità di combattere gli stupefacenti anche a livello internazionale».
Se l’Italia procede nel fornire assistenza diretta alle operazioni antidroga iraniane, ciò comporterà inevitabilmente condanne a morte per presunti autori di reati di droga. Secondo un rapporto di Iran Human Rights, il governo iraniano nel 2019 ha giustiziato almeno 30 persone accusate di reati di droga. I tribunali iraniani continuano a emettere un gran numero di condanne a morte per reati legati alla droga, e il 15 dicembre scorso Iran Human Rights ha riferito che sono state confermate le condanne a morte di 50 imputati per droga detenuti nella prigione centrale di Urmia.
In passato, ricerche condotte dalle nostre organizzazioni hanno ampiamente documentato e criticato il modo in cui l’assistenza al governo iraniano nella lotta al narcotraffico sfocia in operazioni il cui esito finale sono le esecuzioni degli arrestati.
Il rapporto di Reprieve “European Aid for Executions” ha stabilito come sia stato potenziato il sostegno agli sforzi dell’Iran per la “riduzione dell’offerta”. L’assistenza per strutture, la formazione specialistica, la fornitura di cani per il rilevamento di droghe e la fornitura di attrezzature come body scanner e occhiali per la visione notturna, hanno aiutato la polizia iraniana a eseguire centinaia di arresti che hanno generato condanne capitali.
La prova che l’assistenza europea rischia di consentire esecuzioni iraniane ha portato molti governi a rifiutare tali aiuti. I Paesi che, su questa base, hanno rifiutato di fornire assistenza alle operazioni antidroga iraniane includono Germania, Austria, Danimarca, Irlanda e Norvegia. La volontà dell’Italia di fornire assistenza antidroga al governo iraniano è in netto contrasto con la posizione di principio assunta da altri governi europei.
Le nostre organizzazioni hanno molto rispetto per la posizione che l’Italia ha assunto nell’opporsi alla pena di morte nel mondo, ed è nostra speranza che, alla luce dei recenti sviluppi, il suo governo seguirà i partner europei nell’impedire che il suo supporto nella lotta alla droga venga utilizzato per ordinare esecuzioni.
Chiediamo rispettosamente di rivelare quale assistenza il governo italiano sta attualmente fornendo all’Iran in questo settore, e confermare che non verrà fornita ulteriore assistenza fino a quando il governo iraniano non abolirà definitivamente la pena di morte per i reati legati alla droga.
Maya Foa,
co-direttore esecutivo di Reprieve
Mahmood Amiry Moghaddam, fondatore di Iran Human Rights
Elisabetta Zamparutti,
Tesoriera di Nessuno tocchi Caino
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