Ma l'azienda: "Dal Tesoro nessun rilievo"
Arcuri, dopo mascherine e Reithera nuove accuse sui conti di Invitalia: nel bilancio mancano 20,5 milioni di perdite

Non bastavano i flop su mascherine, banchi scolastici a rotelle e, ultimo in ordine di tempo, quello sulla bocciatura da parte della Corte dei Conti del finanziamento di Stato per il vaccino Reithera. Su Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia ed ex commissario all’emergenza Covid scelto da Giuseppe Conte, arriva anche la ‘scure’ di Deloitte.
La nota società di revisione dei conti, alla quale sono affidati i giudizi sui bilanci di Invitalia, società che ricordiamo è partecipata al 100% dal ministero dell’Economia e delle finanze, ha riscontrato alcune ‘irregolarità’ nei conti dell’azienda guidata dal manager calabrese.
Nel bilancio 2020 secondo Deloitte, scrive La Stampa, mancano 20,5 milioni di perdite; altra anomalia registrata dai revisori dei conti riguarda gli utili della società, che sarebbero stati 16,4 milioni e non i 36,9 annunciati da Arcuri e approvato dall’assemblea degli azionisti del 20 luglio.
Gli oltre 20 milioni che mancano all’appello sarebbero legati a svalutazioni di immobili rientrati nel piano dismissioni di Invitalia. Deloitte critica la scelta della società di inserire tali rettifiche volontariamente ed erroneamente “nel prospetto della redditività complessiva anziché nel conto economico come previsto dai princìpi ‘Ifrs’ adottati dall’Unione Europea. Quelle svalutazioni inserite una riserva di patrimonio netto, secondo Deloitte, andavano invece riportate nel conto economico con un impatto negativo sul bilancio per oltre venti milioni di euro.
D’altra parte comunque Deloitte sottolinea che il bilancio 2020 approvato rappresenta in maniera “veritiera e corretta” la situazione patrimoniale e finanziaria del gruppo, ad eccezione appunto della questione immobili svalutati.
Le considerazioni critiche dei revisori sono rigettate però dal collegio sindacale di Invitalia, che Arcuri guida dal 2007, per cui il bilancio “è stato redatto in conformità ai principi contabili internazionali, salvo la deroga prevista dall’articolo 47 del decreto Rilancio del maggio 2020”.
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