Figlio del boss detenuto da anni
Arrestato Antonio Piccirillo: le manifestazioni anticamorra, la candidatura al comune di Napoli e le accuse di estorsione. “Proverò a spiegare tutto”
Dalle manifestazioni anticamorra a Napoli, soprattutto dopo l’agguato dove venne ferita in piazza Nazionale Noemi, una bambina di quattro anni nel maggio 2019, all’arresto in carcere con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dopo anni di indagini, partite in seguito alle denunce di alcuni gestori degli ormeggi a Mergellina, Antonio Piccirillo, 28 anni, che alle ultime elezioni comunali si è candidato al comune di Napoli nelle liste dell’ex delfina di Luigi de Magistris Alessandra Clemente (raccogliendo poche centinaia di voti), è stato raggiunto nelle scorse ore da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei suoi confronti e nei confronti del padre, Rosario Piccirillo, ritenuto dagli investigatori storico boss nella zona della Torretta (quartiere Chiaia), in carcere da diversi anni dove sta scontando una ulteriore condanna definitiva.
Arresto Piccirillo, l’accusa: voleva gestire boe e far assumere personale compiacente
Secondo l’accusa, le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, padre e figlio sono ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Piccirillo jr, per conto del padre, avrebbe avanzato richieste estorsive nei confronti di imprenditori che gestivano gli ormeggi per le imbarcazioni da diporto presso i moli di Mergellina. Nello specifico – spiega la nota – Antonio Piccirillo presentandosi alle vittime come emissario del padre, attualmente detenuto ma molto noto come soggetto di spicco della criminalità organizzata della zona, avrebbe minacciati gli imprenditori pretendendo la gestione in esclusiva di alcune “boe” per l’ormeggio e, in talune circostanze, anche l’assunzione di personale compiacente. In alcuni casi, invece, sarebbe stata pretesa anche la gestione monopolistica di alcuni natanti ormeggiati nei campi boe delle vittime e destinati al noleggio. Tra le presunte vittime figurano anche la “tiktoker” Rita De Crescenzo e suo marito.
Arresto Piccirillo, sapeva delle indagini: “Supportatemi, mai commesso reato”
Piccirillo, che di recente gestiva case vacanze e in passato ha lavorato su imbarcazioni come skipper, in ristoranti e come dog-sitter, sapeva da tempo di essere indagato e più volte si è sfogato sui social provando a spiegare il suo punto di vista. “Proverà a spiegare tutto” diceva. In un post sui social del marzo 2024, scriveva: “Chiedo per favore per carità a tutta la gente del quartiere, che conosce la verità sulla mia persona, di quanto ho sofferto per la mia situazione familiare, per i miei disagi esistenziali, di starmi vicino e di supportarmi in questa battaglia legale che mi vede imputato (in realtà indagato, ndr) per un tentativo di estorsione insieme a mio fratello e mio padre… ho tante colpe, e mi rendo conto che é facile pensare male, ma vi prego questo tormento non lo merito .. Non so a quanto può servire ma a me interessa che tutti voi sappiate che la mia vita è compromessa per un reato che non ho mai pensato di commettere .. vi prego statemi vicino”.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
La manifestazione dopo l’agguato a Noemi
Piccirillo salì agli onori delle cronache locali e nazionali quando nel maggio 2019 partecipò alla manifestazione in piazza Nazionale nei giorni successivi ad un agguato di camorra che ferì in modo grave la piccola Noemi. Durante il corteo, prese il megafono e disse: “Voglio lanciare un messaggio ai figli dei camorristi. Amate sempre i vostri padri, ma dissociatevi dal loro stile di vita. Perché la camorra è ignobile, ha sempre fatto schifo e non ha mai ripagato. Io sono Antonio Piccirillo, mio padre, Rosario Piccirillo, ha fatto scelte sbagliate nella vita. È un camorrista. E io voglio lanciare un messaggio ai figli di queste persone: amate sempre i vostri padri, ma dissociatevi dal loro stile di vita. Perché la camorra è ignobile, ha sempre fatto schifo e non ha mai ripagato”.
Prima della candidatura alle Comunali dell’ottobre 2021, Piccirillo nei mesi precedenti si era avvicinato al mondo delle carceri e all’ex garante comunale Pietro Ioia, arrestato un anno dopo per spaccio in carcere.
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