La guerra in Ucraina va verso la neve, il fango, il freddo dell’inverno ormai imminente. Gli ucraini che sono rimasti, che non sono riusciti o che non potevano scappare dopo l’invasione russa, sono alle prese con i blackout che lasciano intere città o porzioni delle stesse al freddo e al buio. I soldati provano ad attrezzare i loro bunker e le loro postazioni per resistere a una fase del conflitto, arrivato al 270esimo giorno, che potrebbe essere tanto decisiva quanto un momento di stallo. Le temperature potranno scende fino a – 20 gradi Celsius.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la sua cittadinanza a non spendere troppa elettricità per non sovraccaricare la rete piagata dai missili russi. A soffrire anche il sistema sanitario, con ospedali e “strutture sanitarie che non sono più pienamente operative, senza carburante, acqua ed elettricità per soddisfare i bisogni di base”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) fa sapere che potrebbero essere nei prossimi mesi dai due ai tre milioni di ucraini i nuovi sfollati a causa del freddo e dei danni a circa metà delle infrastrutture. “Questo inverno sarà pericoloso per la vita di milioni di persone in Ucraina – ha detto Hans Henri P. Kluge, direttore per l’Europa dell’Oms – gli ucraini sfollati affronteranno sfide sanitarie uniche” e saranno a maggior rischio di contrarre Covid-19, polmonite, influenza, difterite e morbillo.
Il meteo condizionerà tutte le posizioni in campo, su questo sembrano tutti concordi. Un’incognita. Secondo gli analisti di guerra de Il Corriere della Sera molto dipenderà dagli equipaggiamenti, dall’addestramento, dalla qualità delle “riserve” e dei soldati mobilitati. I russi in questa fase starebbero provando a stabilizzare le difese a sud. Gli ucraini invece starebbero puntando a liberare qualche nuova località nello stesso settore meridionale dopo gli ultimi mesi di efficace avanzata coronata con dalla clamorosa riconquista di Kherson.
Gazprom ha intanto minacciato di ridurre da lunedì i flussi di gas attraverso l’Ucraina, l’ultima rotta del gas russo verso l’Europa. E il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato il ritiro di Mosca dal Consiglio d’Europa, organizzazione estranea all’Unione Europea il cui scopo è promuovere la democrazia e i diritti umani. Il Cremlino ha denunciato come “azione di guerra” le perquisizioni nello storico Monastero delle Grotte a Kiev: il complesso di Kyiv-Pechersk Lavra è stato perquisito per contrastare “sospette attività sovversive dei servizi speciali russi”.
Per il presidente ucraino Zelensky “abbiamo considerato tre questioni chiave – ha scritto su Telegram – . La prima è fornire al nostro esercito equipaggiamento e armi. La seconda è la protezione delle infrastrutture energetiche. La terza è garantire il funzionamento di alta qualità delle infrastrutture durante l’inverno. Non sarà un cammino facile, ma di certo persevereremo e la vittoria sarà nostra”. Secondo Kiev la Russia ha perso 85mila soldati dall’inizio dell’invasione.
A fare notizia oggi dal fronte è l’attacco a Zaporizhzhia – la città occupata dai primi giorni della guerra nei pressi della quale si trova la centrale nucleare più grande d’Europa e dove negli ultimi giorni è tornato a infiammarsi il conflitto – che ha provocato un morto: il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh ha parlato di “un colpo diretto su un punto di distribuzione di aiuti umanitari” che “ha ucciso un’assistente sociale e ferito altre due donne”. L’Assemblea parlamentare della Nato ieri ha approvato una risoluzione presentata dalla commissione politica in cui si dichiarava la Russia sotto l’attuale regime uno “Stato terrorista”.