Ieri la Toscana, venerdì 30 giugno la Sardegna, mercoledì 5 luglio la Sicilia: queste le prime tre regioni in Italia ad effettuare il test di IT-alert. IT-alert è un nuovo strumento messo a punto dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. In pratica su ogni cellulare della zona interessata arriverà un allarme sonoro e un messaggio che informerà su quello che sta accadendo e cosa eventualmente fare. Per quanto riguarda il test ovviamente l’informazione riguarderà che si tratta di una prova. Per ricevere il messaggio non occorre avere installato una specifica app e non occorre aver attivato la geolocalizzazione sul telefono, è sufficiente trovarsi in un’area coperta dal segnale telefonico, mentre la sola copertura wi-fi non sarà sufficiente.

IT-Alert non compromette in alcun modo la privacy perché i messaggi sono inviati tramite cell-broadcast, in pratica non è legato ai numeri di telefono, ma ai cellulari collegati alle antenne della zona di riferimento dell’allarme. Nonostante questo i teorici del complotto hanno iniziato a far circolare un messaggio secondo cui IT-Alert: «È una direttiva dell’Unione Europea (per i teorici del complotto l’Unione Europea è uno dei cattivi da agitare immediatamente per attirare l’attenzione), è installata e preattivata senza consenso, effettuerà un tracciamento come Immuni».

Ovviamente tutto questo non è vero. La struttura del funzionamento di Immuni, che comunque rispettava gli standard della privacy, era completamente diversa. Era basata sul tracciamento dei contatti (due persone con Immuni attivato si incrociavano l’app grazie al bluetooth si scambiavano un codice anonimo, se poi una delle due persone risultata positiva, l’altra grazie all’incrocio del codice veniva avvertita). In questo caso siamo di fronte ad un’altra tecnologia, il collegamento del telefono con una cella telefonica. Ai fini del funzionamento di IT-Alert, non serve sapere il numero di telefono e la persona a cui è collegato quel numero.

I teorici del complotto purtroppo non solo non sono più neanche divertenti, ma distraggono è impediscono invece di capire a fondo gli strumenti di cui si parla, IT-Alert quando diventerà attivo sarà uno strumento di protezione importante in caso di disastri, ma non sarà mai l’unico strumento attivo da seguire, perché in certi casi l’allarme sarà troppo complicato da definire temporalmente o geograficamente. Fidiamoci, ma non affidiamoci completamente.

Franco Bellacci

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