Neonato in carcere con la madre. Siamo in Italia, non in Ungheria. Siamo nel 2024. A denunciarlo il deputato Marco Grimaldi di Alleanza Verdi Sinistra dopo una visita avvenuta nella mattinata di venerdì 2 febbraio nella sezione femminile della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino. Il piccolo, di appena un mese, si chiama Aslan e si trova in cella insieme alla madre, di nazionalità romena, fermata per un presunto furto e portata in carcere.

“Lanciamo un appello al ministro Nordio: riportiamo alla legalità la Casa Circondariale più complessa’ d’Italia: 1.448 detenuti a fronte di una capienza massima di 1.118: se decongestionassimo la struttura si potrebbe prevedere, come avvenuto dopo anni di denunce al Sestante, la ristrutturazione dell’intero padiglione B, il più fatiscente dell’intera struttura, dove infiltrazioni e muffa sono il minimo comune denominatore di quel blocco di cemento ormai marcio”, ha auspicato Grimaldi.

La direzione della casa circondariale di Torino ‘Lorusso e Cotugno’ ha già chiesto che la giovane romena con il figlio di un mese venga trasferita dal carcere all’Icam, l’Istituto a custodia attenuata per madri detenute attiguo alla struttura penitenziaria e dedicato esclusivamente alle donne detenute con figli. La richiesta sarebbe stata già inoltrata all’autorità giudiziaria competente e si sta attendendo la decisione del Gip di Pistoia, che potrebbe arrivare a breve. In caso di parere positivo, la giovane e il suo bambino saranno immediatamente spostati.

Grimaldi nella sua visita nel carcere di Torino, insieme a Sara Diena di Sinistra Ecologista, è stato sollecitato dalle detenute ad andare al secondo piano dove in una cella c’è la donna rumena “terrorizzata” insieme al neonato. E’ stata arrestata in flagrante “senza essere stata condannata e soprattutto senza aver visto ancora un avvocato”.

Nello stesso carcere c’è anche un’altra donna in compagnia dei figlioletti di uno e tre anni. Stava rientrando in Italia dal Belgio, racconta Grimaldi, ma, “visto che aveva delle denunce pendenti, è stata prontamente arrestata”. “Lei avrebbe diritto ai domiciliari, ma vivendo in un campo rom, questo non è possibile. La legge prevede infatti che non si possano concedere se si vive in prossimità di altri che già li stanno scontando. Così, resta in carcere anche lei con figli troppo piccoli per vivere in quelle condizioni”.

Una vergogna quella delle madri detenute con figli piccoli che in Italia va avanti da tempo, con il governo Meloni che quasi un anno fa, nel marzo 2023, fece melina per complicare la proposta di legge presentata dall’opposizione che dava la possibilità alle donne con figli fino a tre anni di stare in casa famiglia e non in carcere.

Redazione

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