Il fatto non sussiste. Finisce così, dopo nove anni di processi il calvario giudiziario dell’ex ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo. L’ex ministro era coinvolto nel processo insieme con altre otto persone nato da una inchiesta su una presunta gestione opaca dell’Asl di Benevento.

Per la De Girolamo quella arrivata ieri in aula è la seconda assoluzione, era stata già assolta nel dicembre 2020 assieme a Giacomo Papa e Luigi Barone, stretti collaboratori dell’ex ministro, all’ex direttore generale dell’Asl Michele Rossi, a Felice Pisapia, ex direttore amministrativo, e Arnaldo Falato, ex responsabile budgeting. Anche i giudici d’Appello hanno emesso la sentenza con la formula “il fatto non sussiste”. Due le vicende al centro del processo: una per concussione e turbativa d’asta, riguardo la gestione di quattro gare d’appalto e la seconda per una tentata concussione riferita alla gestione del bar interno all’ospedale Fatebenefratelli di Benevento passata una società riconducibile a una cugina di Nunzia De Girolamo.

Per entrambe le vicende, il Pm della procura generale aveva chiesto la condanna a 6 anni di reclusione per Nunzia De Girolamo e Rossi, e 5 per gli altri imputati. La sentenza ha però ricalcato le conclusioni del tribunale di Benevento. «Oggi finisce un incubo durato nove anni, sono felice che anche la corte d’appello abbia confermato la mia assoluzione piena – ha commentato Nunzia De Girolamo ai microfoni dell’Ansa – Voglio ringraziare chi, in questi anni terribili mi è stato sempre vicino con affetto, a iniziare dalla mia famiglia. Resta senza dubbio l’amarezza per un linciaggio mediatico senza precedenti. Nessuno – conclude l’ex ministro – mi restituirà i nove anni di serenità, ma per fortuna esiste ancora una giustizia giusta ed oggi mi godo questo momento». L’avvocato dell’ex ministro Domenico Di Terlizzi parla invece di un eccesso di zelo: «Solo quello che definiscono un eccesso di zelo della procura beneventana ha portato a celebrare un processo di appello del tutto inutile».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.