Buone notizie per le aziende che decidono di assumere lavoratori a tempo determinato. Il ministero dell’Economia e quello del Lavoro hanno pubblicato il decreto attuativo per i nuovi incentivi per le assunzioni. Non si tratta di contributi finanziari dallo Stato alle aziende, ma della possibilità di attuare una deduzione dei costi del lavoro per chi crea occupazione a tempo indeterminato.
In parole povere: se nel corso del 2024, un’azienda incrementa il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato potrà portare in deduzione i costi del lavoro fino al 120 per cento.
La soglia arriva al 130 per cento se si assumono persone della cosiddetta categoria “fragile”: lavoratori diversamente abili, donne con almeno due figli e i giovani che possono usufruire degli incentivi per l’occupazione.

Come si legge nel decreto, l’onere del personale da considerare per ottenere il beneficio “è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20 per cento”. Si può avere un incremento di “un ulteriore 10 per cento” per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di “dipendenti ricompresi in ciascuna delle categorie meritevoli di maggiore tutela”. Attenzione però. Al fine di ottenere il beneficio, l’assunzione deve essere fatta dal primo gennaio 2024 e deve essere incrementale rispetto all’anno precedente. Si tratta di un’agevolazione utile per due motivi: il primo è che non si registra un materiale esborso finanziario da parte dello Stato; il secondo motivo è che il provvedimento fa “artificialmente” aumentare il costo del lavoro. Ciò comporterà redditi minori per le aziende e quindi meno imposte da versare allo Stato. Servirebbe ora uno sforzo importante da parte del Governo: la diminuzione strutturale del cuneo fiscale. In questa fase di espansione dell’occupazione (secondo l’Istat il numero di occupati in Italia nel 2023 è aumentato dell’1,8% e del 2,5% al Sud), favorire lavoro stabile e non precario è la ricetta per uno sviluppo duraturo del Paese.

Angelo Vaccariello

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