C’è stato un tempo in cui ai proletari di tutto il mondo veniva chiesto di unirsi.

Oggi in realtà prima ancora di mettere nero su bianco un termine si finisce con l’istituire una Commissione ad hoc per stabilire il grado di inclusività dei termini scelti, lasciando in sottofondo, come muzak aeroportuale, il merito di quanto si vorrebbe esprimere.

E certe volte, va detto, è meglio così. Ultima, in ordine di tempo ma di certo non sarà l’ultima in assoluto, la surreale comunicazione partorita da ‘alliev*, professor* e impiegat* della Scuola Normale Superiore’, e no, non mi si è incastrato il dito sull’asterisco mentre digitavo, che hanno pensato bene di dire la loro su quanto sta avvenendo a Gaza in questi giorni.

Risentiti e iracondi per le ironie mostrate nei confronti dell’inclusivo asterisco, apprezzato non c’è dubbio dall’inclusivissima Hamas che Judith Butler ha accluso notoriamente tra le forze progressiste della sinistra globale, gli estensori del lunghissimo comunicato dipanato per diversi tweet non si sono resi conto della grande fortuna toccata loro in sorte: perché focalizzandosi sugli asterischi e fermandosi quindi al primo tweet, il commentatore medio si è privato di leggere tutto il verboso comunicato, una sarabanda da collettivo anni Settanta che contiene concetti come ‘pulizia etnica nei confronti dei Palestinesi’, ‘assedio totale imposto a Gaza’, ‘aggressione militare in corso’ e soprattutto quelli che sono i nuovi punti forti della retorica nell’epoca dei social media, ovvero i ‘ma’, i ‘tuttavia’, dispositivi semantici da détour debordiano che sembrano, in apparenza, lasciar trasparire un concetto che però viene subito superato, rovesciato e trasformato, proprio come un mondo già filmato e che deve solo essere trasformato. Il massacro di Hamas perpetrato il 7 ottobre è da condannare, per carità, bontà loro, ‘tuttavia’, eccolo lì.

E dietro quel ‘tuttavia’, si stende l’abisso della richiesta di ‘storicizzazione’. Ora, storicizzare è un processo culturale e scientifico assai serio, rigoroso, che mal si sposa con gli asterischi, le schwa e con questa specie di frasario da comunicato da centro sociale di periferia nell’epoca della replicabilità politicamente corretta.

Perché a ben vedere le dinamiche di storicizzazione, assai lontane dalla gretta ‘complessità’ che molti utilizzano per pietose giustificazioni di comodo, sono assai rischiose, come insegnava Marc Bloch che in ‘Apologia della storia’ ha segnalato quanto l’ossessione per le origini e per i motivi spesso non sia altro che mera anticamera del giustificazionismo. D’altronde il massacro di Hamas, a ben vedere, proprio se storicizzato non c’entra nulla con ‘assedio’, ’75 anni di oppressione’ e via dicendo, ma appare più semplicemente e brutalmente conflitto per interposto Stato ai fini di sabotaggio degli accordi, delle relazioni inter-statuali e degli equilibri geopolitici faticosamente eretti nell’area, messo in atto con una oscena, ingiustificabile carneficina a metà tra ISIS ed esecuzioni dei Los Zetas.