In Italia le dosi del vaccino AstraZeneca utilizzate sono 1.093.800 sulle 2.196.000 consegnate, il 49.8% del totale. La sospensione dell’Aifa, l’agenzia del farmaco italiana, è avvenuta nel primo pomeriggio del 15 marzo in via cautelativa in attesa del parare dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, che si pronuncerà giovedì 18 marzo.
Lo stop temporaneo dell’uso del vaccino di AstraZeneca, oltre all’Italia, è stato annunciato anche in Germania, Francia e Spagna. Una “sospensione precauzionale” è il mantra che viene ripetuto dopo una serie di eventi tromboembolici registrati in diversi Paesi europei dopo somministrazioni di AstraZeneca. Eventi per i quali però, sottolinea l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ci sono prove di un nesso causa-effetto relazionato alle dosi.
Ora gli occhi sono puntati sull’Ema: l’Agenzia europea del farmaco si riunisce prima martedì, per rivedere tutti i dati raccolti nell’ambito della sua indagine, e poi giovedì per un meeting straordinario in cui trarre le conclusioni. Sempre martedì si riunisce il comitato consultivo dell’Oms sulla sicurezza dei vaccini, che è in contatto con l’Ema. L’Oms sta compiendo analisi sulla base delle segnalazioni, ma sottolinea che è importante che le vaccinazioni continuino. L’Ema fa sapere che “rimane attualmente del parere che i benefici del vaccino di AstraZeneca nel prevenire il Covid-19, con i suoi rischi associati di ricovero e morte, siano superiori ai rischi di effetti collaterali”. Nello specifico, l’Agenzia europea del farmaco sottolinea che i casi di trombi sanguigni si sono verificati “in un numero molto piccolo di persone che hanno ricevuto il vaccino”, mentre “molte migliaia di persone sviluppano ogni anno trombi sanguigni nell’Ue per diverse ragioni” e “il numero complessivo di eventi tromboembolici nelle persone vaccinate sembra non essere più alto di quello rilevato nella popolazione generale”.
Dal canto suo il professor Andrew Pollard, direttore del gruppo dell’università di Oxford che ha sviluppato il vaccino di Oxford-AstraZeneca, ha dichiarato alla Bbc: ci sono “prove molto rassicuranti del fatto che non ci sia un aumento di casi di trombi sanguigni nel Regno Unito, dove finora è stata somministrata la maggior parte delle dosi“. Su oltre nove milioni di dosi di AstraZeneca, in Gran Bretagna sono stati riscontrati 275 decessi (non ancora collegati al 100% al vaccino) e 54.180 report di effetti collaterali per un totale di reazioni avverse al farmaco pari a 201.622. L’analisi raccoglie le relazioni spontanee di medici raccolte dal 4 gennaio al 28 febbraio 2021.
La catena di sospensioni si è consumata nel giro di poche ore, in un’Europa che in gran parte ha inasprito le restrizioni alla luce di un nuovo aumento dei contagi. Prima la Germania, per bocca del ministro della Sanità Jens Spahn: la decisione è stata presa su consiglio dell’ente regolatore nazionale sui vaccini, il Paul Ehrlich Institute, ed è stata presentata come “misura puramente precauzionale”. Poi è stata la volta della Francia, con il presidente Emmanuel Macron, che ha parlato di sospensione in attesa della decisione dell’Ema. Dopo lo stop dell’italiana Aifa, infine, è giunta anche la sospensione da parte della Spagna: stop precauzionale alle somministrazioni AstraZeneca per i prossimi 15 giorni, ha annunciato la ministra della Sanità spagnola Carolina Darias. Germania, Francia, Italia e Spagna sono andati a unirsi a una serie di altri Paesi (non solo in Europa) che ne avevano bloccato temporaneamente l’uso a partire dalla scorsa settimana, quando la Danimarca aveva fatto da apripista. Irlanda, Danimarca, Norvegia, Bulgaria e Islanda hanno fermato le inoculazioni, e anche l’Olanda ha annunciato domenica lo stop (fino al 29 marzo). Repubblica Democratica del Congo e Indonesia hanno rinviato l’avvio delle vaccinazioni con AstraZeneca. Altri Paesi invece, come Polonia, Repubblica Ceca, Ucraina e anche il Canada – ricorda la Bbc – hanno annunciato che continueranno a somministrare le dosi di AstraZeneca.