Sarebbe un virus ransomware come quello che ha colpito la Regione Lazio
Attacco hacker all’ospedale San Giovanni, caos cartelle cliniche e sanitari in tilt: “Comunichiamo via whatsapp”

La sanità del Lazio ancora nel caos, nell’occhio del ciclone questa volta non i sistemi della Regione ma le telecomunicazioni dell’Ospedale San Giovanni Addolorata e degli altri presidi (S.Maria e Britannico) collegati all’azienda “che sarebbero andati in tilt – dichiarano due candidati per Fratelli d’Italia alle prossime elezioni amministrative di Roma per il secondo municipio, Enrico Cola ed Elisabetta Bianchi – a causa di un probabile attacco hacker”.
Attacco informatico simile a quello che a luglio ha colpito la Regione Lazio anche all’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. Nel pomeriggio di lunedì è scattato l’allarme per l’intrusione di un virus che avrebbe creato gravi danni all’attività della struttura, una delle più importanti della Capitale, almeno a quella gestita dai computer e dalla rete. Sono in corso accertamenti per capire la natura dell’attacco hacker che non è chiaro se si sia sviluppato nelle ore scorse. Al vaglio i sistemi informatici per capire la portata dell’evento oltre a trovare collegamenti con quanto accaduto alla Regione.
“Stiamo trascrivendo tutto a mano su fogli di carta, esami ematici, richieste di trasfusioni o di camera operatoria, siamo in un mare di guai”, raccontano dall’ospedale a La Repubblica. Sono fuori uso anche le email aziendali e tutte le comunicazioni vengono svolte su telefono privato e Whatsapp. “Non è nemmeno disponibile, ovviamente, la modulistica per prescrivere le terapie, anche quella si fa online. Questo ci dimostra quanto siamo indifesi rispetto a tutto ciò che sono i pericoli informatici”. Al momento, sono salvi almeno i fogli delle terapie dei pazienti: questa mattina, intorno alle 8, i tecnici informatici dell’azienda sarebbero riusciti a stampare e consegnare ai medici di turno i fogli con le terapie in corso di chi è ricoverato.
Sarebbe cominciato a mezzanotte: la stessa ora in cui, due mesi fa, i cyber criminali hanno colpito la Regione Lazio. “Non si possono fare referti, chiedere esami di laboratorio, persino sapere quanti pazienti sono al pronto soccorso”, hanno dichiarato dall’ospedale: “È stato un attacco informatico di tipo ransomware. I tecnici della sicurezza informatica sono a lavoro, stiamo lavorando alacremente per ripristinare tutte le funzioni nel più breve tempo possibile, garantendo la continuità dell’assistenza ospedaliera”.
L’ospedale conferma le criticità: “Subito è intervenuta la polizia postale e sono state fatte le dovute segnalazioni a tutte le autorità nazionali competenti. Sono proseguite le attività di ricovero, ambulatoriali, assistenza e emergenza del pronto soccorso. Le prestazioni di emodinamica, radiologia interventistica e l’attività operatoria si sono svolte regolarmente. Stiamo lavorando alacremente per ripristinare tutte le funzioni nel più breve tempo possibile, garantendo la continuità dell’assistenza ospedaliera”.
“A distanza di due mesi la storia si ripete, e ancora una volta la sanità pubblica del Lazio finisce al centro di uno scandalo che rischia di avere ripercussioni enormi per i cittadini – aggiungono gli esponenti di Fd’I -. Una vicenda che ancora una volta dimostra le carenze e le fragilità dei sistemi informatici e di comunicazione della sanità locale, che soccombono ad attacchi ed intrusioni da parte dei cyber-criminali.
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