Secondo gli investigatori aderivano alle tesi negazioniste e no vax, con una marcata ostilità nei confronti delle istituzioni in relazione alla gestione della crisi sanitaria in atto. È questo il profilo di Paolo Pluda e Nicola Zanardelli, i due no vax arrestati dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Brescia per l’attacco con bottiglie molotov lanciate lo scorso 3 aprile contro la struttura che ospita il centro vaccinale anti-Covid e il centro tamponi di via Morelli a Brescia, causando danni ad uno dei padiglioni del complesso. 

I due sono accusati di atto di terrorismo con ordigni esplosivi e porto e detenzione di armi da guerra. Pluda è di Brescia, mentre Nicola Zanardelli di Monticelli Brusati (provincia di Brescia). La loro appartenenza al mondo no vax sarebbe confermata anche dall’uso dei social network. La mattina prima dell’attacco Pluda aveva postato sul proprio profilo Facebook la frase “se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma “la paura” e la loro paura e’ la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni”.

L’inchiesta non si è fermata con i due arresti, con l’ordinanze di misure cautelare emessa dal gip del Tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci, su richiesta della procura della Repubblica diretta da Francesco Prete: sono state infatti eseguite perquisizioni nelle province di Brescia e Verona nei confronti di alcune persone rientranti nel circuito relazionale degli indagati.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, con le indagini coordinate dal sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi e dall’aggiunto Silvio Bonfigli, l’incendio provocato dalle molotov era potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino, ma soprattutto materiale infiammabile.

I due attentatori sono stati individuati grazie all’analisi dei sistemi di videosorveglianza e rilevazione targhe dei veicoli presenti sul territorio del Comune di Brescia, che hanno permesso di individuare il mezzo utilizzato da Zanardelli e Pluda per raggiungere il centro vaccinale.

L’obiettivo di Pluda e Zanardelli secondo gli inquirenti era di “bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione ed alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, e reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia