Lo Stato Islamico ha colpito la Russia. Sarebbe questa la radice dell’attentato compiuto da alcuni terroristi ieri nella Crocus City Hall di Mosca, in cui sono morte un centinaio di persone. A rivendicare l’attacco, infatti, è stato l’Isis-K, una branca locale dello Stato Islamico. Ma perché i terroristi jihadisti hanno messo nel mirino la Federazione Russa? E cosa lega lo Stato Islamico alla Russia?

Attentato Mosca, cos’è l’Isis-k

Tramite un messaggio su un canale Telegram, l’Isis-K ha rivendicato l’attacco: “I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno cristiano nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando li’ una vasta distruzione prima di ritirarsi in sicurezza nelle loro basi”.

L’Isis-K è un ramo dello Stato Islamico con base nel Khorasan, un’area geografica che spazia dall’Iran al Tagikistan, passando per l’Afghanistan. Compie azioni terroristiche contro le forze statunitensi, contro i loro alleati, non risparmiando i civili. Ma nel tempo ha compiuto attacchi anche contro altre organizzazioni islamiche, come per esempio i talebani. L’Isis-K è infatti responsabile dell’attentato suicida all’aeroporto di Kabul del 26 agosto 2021.

Oggi il loro leader è Sanaullah Ghafari, alias Shahab al-Muhajir, un emiro nominato nel 2020. In Afghanistan, la Russia ha tenuto la sua ambasciata a Kabul nonostante l’avvento dei talebani. E il 5 settembre del 2023 l’Isis ha rivendicato l’attentato vicino all’ambasciata russa, dove sono morti il secondo segretario e una guardia di sicurezza.

Perché l’Isis ha attaccato la Russia

Gli Stati Uniti settimane fa avevano avvertito di un possibile attacco jihadista in Russia da parte dello Stato Islamico-Khorasan. Secondo Colin Clarke, un analista antiterrorismo presso il Soufan Group, “negli ultimi due anni l’Isis-K si è fissato sulla Russia”. Il ramo dello Stato Islamico, infatti, “accusa il Cremlino di avere nelle mani sangue musulmano, facendo riferimento agli interventi di Mosca in Afghanistan, Cecenia e Siria“.

I terroristi islamici hanno messo nel mirino Russia già da anni, da quando soprattutto il presidente Vladimir Putin ha appoggiato il governo di Bashar al-Assad in Siria contro i ribelli dell’opposizione e i vari gruppi jihadisti, compreso l’Isis.

Inoltre, a queste motivazioni si legano anche gli avvenimenti in Africa e soprattutto nel Sahel, dove ha operato il gruppo dei mercenari Wagner. Nell’Africa subsahariana sono stati diversi i colpi di stato appoggiati più o meno direttamente dai paramilitari russi, come in Niger, Mali e Burkina Faso. E in questi paesi la Wagner ha spesso combattuto contro le forze jihadiste dello Stato Islamico.

L’Isis e i gruppi jihadisti in Russia

In Russia sono presenti cellule jihadiste legate allo Stato Islamico: il ramo dell’Isis in Russia era noto come “Wilayat al Quqaz” ed era stato fondato da Rustam Asildarov, un estremista, nel 2015. Dopo l’uccisione del suo fondatore in Daghestan nel 2016, però, avrebbe cessato le sue attività. Dopo il conflitto in Siria, diversi jihadisti originari delle repubbliche russe del Caucaso sono tornati in Russia. Inoltre,

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