Un’esplosione avvenuta domenica in un bar di San Pietroburgo in Russia ha ucciso un noto blogger militare Vladlen Tatarsky, pseudonimo di Maksim Fomin, sostenitore e propagandista filoputininano, forte sostenitore della guerra russo-ucraina. L’attacco è avvenuto allo Street Food Bar #1 di cui è stato in passato proprietario Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo di mercenari Wagner molto vicino proprio a Tatarsky, che da mesi ha assunto posizioni molto critiche nei confronti del ministero della Difesa russo nel tentativo di aumentare la propria influenza politica. Nel locale nel centro cittadino si stava tenendo un evento in onore del blogger militare organizzato dai membri del canale Telegram filorusso Cyber Front Z. Il conto dei feriti è arrivato a 30 persone.

Interfax, l’agenzia di stampa russa, ha scritto che è stata arrestata una giovane donna, Darya Tryopova, nota alle forze dell’ordine per aver partecipato in passato a manifestazioni contro la guerra in Ucraina. La dinamica di quello che sembra a tutti gli effetti un attentato non è ancora del tutto chiara ma l’ipotesi più probabile è che l’esplosione che ha ucciso Tatarsky sia stata provocata da una bomba contenuta in una statuetta raffigurante il busto di un soldato, che gli era stata consegnata durante l’evento.

Su canali del social Telegram sono stati pubblicati alcuni video girati da persone che si trovavano nel locale che mostrano Tatarsky con la statuetta, presumibilmente poco prima dell’esplosione. Altri video (ancora da verificare) mostrano una giovane donna che entra nel locale dove si teneva l’evento con in mano una scatola. Secondo alcuni testimoni, la donna si sarebbe presentata come Nastya, diminutivo di Anastasia, affermando di essere una scultrice che voleva fare un regalo a Tatarsky, ma che la sicurezza non le lasciava portare all’interno del locale la sua statua. Il blogger a quel punto le avrebbe fatto portare la statua dentro, e l’avrebbe aperta in presenza di tutti. L’esplosione sarebbe avvenuta poco dopo.

Tatarsky era molto seguito sul suo canale telegram, aveva circa 560 mila follower, ed era uno dei cosiddetti ‘blogger militari’, chiamati anche ‘milblogger’, in sostanza propagandisti filoputiniani che diffondono su Telegram informazioni e commenti a favore dell’intervento militare russo in Ucraina. Tatarsky era più volte stato in Ucraina orientale a seguito dell’esercito russo arrivando a sostenere che chiunque indossasse una divisa dell’esercito ucraino andasse ucciso, e che il governo dell’Ucraina andasse eliminato, e giustificando il massacro di Bucha in cui l’esercito russo aveva ucciso oltre 400 civili ucraini.

Questo sarebbe il secondo attentato a un propagandista nazionalista in Russia dopo che nell’agosto del 2022 un’autobomba uccise Darya Dugina, la figlia del famoso propagandista di estrema destra Alexander Dugin. Allora il governo ucraino negò ogni collegamento con l’attentato, ma fu smentito mesi dopo dall’intelligence statunitense, che fece sapere che l’attacco era stato ordinato dall’Ucraina e criticò duramente l’operazione. Kiev non cambia versione nemmeno stavolta e nega ogni responsabilità: Mykhailo Podolyak, un consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, ha scritto su Twitter che “i serpenti si stanno mangiando l’uno con l’altro” puntando quindi i riflettori sul “terrorismo interno”.

Ci sarebbero altre due piste da seguire per individuare i responsabili dell’attacco. Una – come scrive Repubblica – è che si tratti di un attentato della resistenza interna russa fatto da russi anti Putin e anti guerra. Oppure la possibilità che Tatarsky sia stato ucciso da rivali interni. Tatarsky, come molti altri milblogger, era estremamente critico sull’andamento della guerra arrivando a sostenere che fosse necessario smantellare il comando militare del Cremlino.

Riccardo Annibali

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