Il profilo
L’attentatore di Trump, solitario e deluso per le posizioni pro-Putin sull’Ucraina: ad andarci di mezzo il Secret Service
L’attentatore che ha sparato una raffica di Kalashnikov in direzione di Donald Trump che giocava a golf su un campo di West Palm Beach è un ex repubblicano furioso con Trump per la sua posizione ostile all’Ucraina. Si chiama Ryan Wesley Routh, ha 58 anni e pur non avendo mai fatto il servizio militare ha sempre cercato di trovare volontari da mandare in Ucraina. Gli uomini dal Secret Service (che si occupa soltanto di titolari e aspiranti abitanti della Casa Bianca) lo hanno scoperto in mezzo a un bosco ai confini del campo da golf per il riflesso sulla canna del fucile colpita da un raggio di sole. Gli uomini in doppio petto del Secret Service hanno subito aperto il fuoco contro di lui, mentre altri si sono precipitati sull’ex Presidente Trump facendolo sdraiare e coprendolo letteralmente con i loro corpi.
Hanno sparato a Routh, fuggito sulla sua auto in modo molto ingenuo perché al primo semaforo lo aspettava uno stuolo di agenti dell’Fbi con i lampeggianti e le armi in mano. Rayon ha accostato e si è fermato senza fare un gesto né dire una parola e si è lasciato portare via così. Le foto mostrano il suo viso con una grossa macchia rossa e un gonfiore. Un pazzo? Un patriota? Un provocatore? Un mercenario? Ryan Routh ha precedenti per droga e reati di piccola criminalità, ma da quando è stata invasa l’Ucraina ha sviluppato questa passione un po’ delirante di trovare, riunire e arruolare volontari disposti a combattere per l’Ucraina contro i russi. Lui non ha mai combattuto e del resto non è davvero un tiratore scelto, ma il suo attentato, tanto grave quanto ingenuamente demenziale (sembra che il suo bersaglio fosse fuori portata), fa parte di un campionario emotivo condiviso da molti americani che non vogliono saperne di una nuova impresa russa vittoriosa e impunita.
Ad andarci di mezzo il Secret Service
È un dato di fatto che dopo il dibattito con Kamala Harris i giornali, i talk-show e i siti internet hanno molto insistito sul fatto che quando hanno chiesto a Donald Trump, per due volte, se desiderasse una vittoria dell’Ucraina, lui abbia risposto che vuole una pace immediata, con la conseguenza di riconoscere legalmente il bottino ucraino della guerra lanciata da Putin, costata finora circa un milione di caduti e feriti dalle due parti. Per ora ad andarci di mezzo è il Secret Service perché questo attentato arriva a due mesi di distanza dall’altro a Butler, dove una pallottola ferì l’orecchio di Trump durante un comizio. Si tratta sempre di rinnovare i protocolli e le misure di sicurezza, ma sembra che il nuovo stato delle cose debba rivoluzionare le vecchie regole: l’America si sta facendo realmente più violenta di giorno in giorno.
L’arruolatore di volontari combattenti
Un giornalista del New York Times, Thomas Gibbons-Neff, due anni fa intervistò l’attentatore perché si stava occupando dei combattenti che allora volevano andare volontari in Ucraina. Fra loro c’era il signor Routh, al quale il giornalista arrivò attraverso un collega e amico con cui aveva lavorato a Kabul in Afghanistan, Najim Rahim, che faceva parte dei corpi speciali afghani fuggiti quando i talebani presero il potere. E così questo soldato afghano si è ricordato del signor Routh, perché era stato molto insistente nell’organizzare un gruppo di combattenti antirussi – dicono – ma senza avere la minima cognizione militare e senza avere mai partecipato a un combattimento. Routh disse allora che secondo lui “tutti avrebbero dovuto sostenere gli ucraini”, con un tono esasperato e sopra le righe che al giornalista del Times sembrò uno stato di alterazione. L’attentato stesso, come si è visto, è stato fortunatamente inefficace. Ma se un movente c’è, sembra fosse proprio quello di eliminare Trump in quanto nemico della causa Ucraina.
Il giornalista ricorda poi che Routh mise insieme una lista di centinaia di possibili combattenti da arruolare in Pakistan e Afghanistan, secondo lui disposti a lasciare i loro paesi per trovare finalmente la guerra giusta per cui combattere. Ma parlando di sé, Ryan ripeteva: “Io sono solo un civile, non saprei stare in guerra”. Il giornalista del New York Times ricorda che Routh parlava di organizzare un collegamento aereo tra Afghanistan e Polonia e lo descrive come una persona ossessionata dal pensiero di togliere di mezzo il candidato repubblicano. È quindi probabile che si tratti di un attentatore solitario deluso dalle posizioni trumpiane che non sono a favore di una vittoria di Kiev. Trump è tornato con un lungo corteo alla sua fastosa residenza di Mar-A-Lago di ottimo umore: scherzava dicendo di voler riprendere la partita di golf interrotta, per vincerla.
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