Si alza la tensione in vista delle elezioni regionali in Sardegna. Quando mancano quattro giorni alla data del voto, la campagna elettorale si incarta sull’audio sessista di un candidato di centrodestra. E i giallorossi provano ad approfittarne. Con i sondaggi che prevedono un testa a testa tra la pentastellata Alessandra Todde, appoggiata dal Pd, e il candidato del centrodestra Paolo Truzzu, fedelissimo di Giorgia Meloni, ogni notizia potrebbe orientare la corsa verso o una parte o l’altra. Il fatto che monopolizza la giornata è un audio, pubblicato dalla testata locale Gallura Oggi, in cui si sente un candidato parlare di sei donne che si porterebbe dietro, durante gli incontri elettorali, con lo scopo di attirare l’attenzione degli elettori. “Sto facendo questa campagna in modo molto diverso dal solito – lo si sente raccontare in una conversazione privata – ho sei donne molto belle che mi sostengono durante i miei incontri con le persone”.

L’audio: il suggerimento per evitare di apparire come “un cane bastonato”

Il discorso prosegue così: “Se ti presenti da solo, sei un cane bastonato che parla, invece con queste sei amiche, molto belle…”. Il candidato consigliere regionale indugia anche sui dettagli dell’abbigliamento delle sue accompagnatrici: “Due sono vestite in pantaloni in pelle e stivali, due in minigonna e due leopardate, con delle camicie belle aperte che fanno un bel vedere”. Poi il finale, alquanto imbarazzante: “La gente trova l’attrazione durante i miei discorsi, seguono fino all’ultima virgola. Ho fatto un incontro dove penso che qualcuno è tornato a casa e ha messo incinta la moglie”. Scatta la caccia al colpevole. Che non tarda a venire fuori.

Chi ha mandato l’audio al candidato Truzzu

Si tratta di Pietro Pinna, in corsa con la Democrazia Cristiana di Gianfranco Rotondi nel Nord dell’Isola. Ma soprattutto candidato nella coalizione di centrodestra. E così, inevitabilmente, l’audio sessista si abbatte sull’aspirante governatore Truzzu, sindaco di Cagliari, storico volto di Fratelli d’Italia. Pinna prova a giustificarsi: “È stata una goliardata, ho inviato quegli audio a un amico, ma era uno scherzo”. Ovviamente non basta. Truzzu prende le distanze e parla di “parole inaccettabili, pronunciate da chi si sottopone al giudizio degli elettori per amministrare la Sardegna. E soprattutto inaccettabili per l’uso vergognoso del corpo della donna come merce elettorale”. Ancora il sindaco di Cagliari: “Prendo le distanze con decisione da questo inqualificabile comportamento e sono certo che i sardi sapranno distinguere le responsabilità personali dalle ridicole strumentalizzazioni, queste sì un insulto all’intelligenza degli elettori”. Pinna replica così al candidato governatore del centrodestra: “Avrei apprezzato una chiamata, non l’ha fatto e mi dispiace. Non vorrei che la sua presa di posizione nei miei confronti gli si rivolti contro: come, tu hai una persona che ti sostiene e non lo tuteli? Ha sparato a zero, e mi dispiace. Certamente non ci ha fatto una bella figura”.

Prima ancora della reazione di Truzzu, interviene Todde: “Uno schifo, una vergogna assoluta”. La candidata di Pd e M5s definisce il candidato “un uomo senza dignità”. E attacca: “La mercificazione del corpo femminile sfruttata in campagna elettorale pur di recuperare qualche voto. Non solo ciò è moralmente riprovevole, ma è anche un insulto all’intelligenza degli elettori sardi. Sono orgogliosa di avere tante donne candidate al mio fianco e di rappresentare una coalizione che difende i diritti di tutte le donne. No, noi non siamo come voi”. Chiara Appendino, dal M5s, attacca il centrodestra per “l’audio da voltastomaco”. Alessandra Maiorino, vice capogruppo dei Cinque Stelle al Senato, va oltre: “Di fronte a questo scempio della dignità delle persone, vogliamo sapere se Truzzu non ritenga di dover chiedere il ritiro di questo candidato impresentabile”. Il M5s si muove compatto per tirare la volata a Todde. Il Pd è più freddo. Fratelli d’Italia stigmatizza il silenzio della candidata giallorossa sugli insulti del governatore campano Vincenzo De Luca all’indirizzo di Giorgia Meloni durante le proteste dei sindaci contro l’autonomia differenziata.

Audio sessista, imbarazzo centrodestra: nei sondaggi testa a testa con Todde

Il voto in Sardegna è il primo test elettorale nell’anno delle europee. A Via della Scrofa, quartier generale dei meloniani, temono gli ultimi sondaggi che quotano un testa a testa tra Todde e Truzzu. Alcune rilevazioni danno in vantaggio di due punti addirittura l’ex sottosegretaria e viceministra dei governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi. Perciò FdI sta puntando su Meloni, cercando di “nascondere” Truzzu. Un sindaco che, tra le altre cose, non è troppo amato dai suoi concittadini di Cagliari. “Sì, ma l’alternativa non poteva essere Solinas, un governatore con un gradimento bassissimo”, polemizzano da Fratelli d’Italia. Un antipasto di ciò che potrebbe succedere dopo un’ipotetica sconfitta del centrodestra. Una debacle che arriverebbe successivamente allo scontro tra Lega e FdI sul candidato presidente, con il Carroccio che fino all’ultimo ha spinto per il bis dell’uscente Christian Solinas. La Sardegna, dunque, potrebbe rappresentare la prima sconfitta per Giorgia Meloni premier. E allora c’è da scommettere che scorrerà sottotraccia la tensione oggi alla chiusura della campagna elettorale di Truzzu, con la presenza di Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il campo largo invece continuerà a marciare diviso, anche fisicamente. Giuseppe Conte è stato in Sardegna quando Elly Schlein era altrove e viceversa. I due avevano dato disponibilità per la chiusura della campagna elettorale insieme a Todde, ma è stata la stessa candidata a respingere l’ipotesi di una reunion Conte-Schlein. “Ho avuto la disponibilità di Conte e Schlein e li ringrazio molto per la loro vicinanza e per il supporto, ma ho preteso che la chiusura della campagna elettorale sia sarda, perché questa è la battaglia dei sardi”, ha spiegato l’aspirante presidente della Regione in quota campo largo. Todde guarda i sondaggi e crede nel ribaltone. Proprio per questo vuole evitare la passerella di Conte e Schlein.