I disagi
Aumento tariffe e code per i Taxi, l’Italia in mano a una corporazione di finti poveri: bloccano il mercato ma la politica li coccola

È l’estate della stasi, delle file interminabili a Linate e delle truffe a Fiumicino, come tante altre già viste e subite. È l’estate delle corporazioni. L’estate dei turisti che, inorriditi, guardano le file dei taxi ed esclamano sconsolati: “Questa è l’Italia”. È l’Italia delle truffe creative, come quella dei tassisti di Fiumicino che radunano gruppi di turisti diretti alla stessa meta. Soluzione intelligente, peccato che una volta arrivati a destinazione i turisti, convinti di aver risparmiato dopo aver atteso sotto al sole cocente per ore per riuscire a salire su un taxi, siano costretti a pagare 50 euro ciascuno e non a dividere la spesa. E pure in contanti.
Questo è il quadro desolante che regaliamo a cittadini e turisti: la pessima sceneggiatura di una corporazione che nessuno vuole toccare. La legge che regola l’attività dei taxi in Italia risale al 1992. Negli anni molti governi – da Monti a Renzi e più recentemente con Draghi – hanno provato a intervenire sul mercato dei taxi, ma le proteste di questa corporazione hanno sempre prevalso. Questa sarà l’estate dei record per numero di turisti: sono stimate oltre 216 milioni di presenze. Mentre gran parte dei paesi liberalizzano e sviluppano città intelligenti, noi siamo nelle mani di una piccola categoria che – con poco più di 20mila licenze – blocca il mercato. Si tratta di finti poveri che dichiarano una media di circa 15.000 euro l’anno, una corporazione violenta, coccolata da una politica che si permette anche di regalare ai tassisti l’aumento delle tariffe. A Roma, ad esempio, le tariffe aumenteranno da 50 a 55 euro per Fiumicino, da 31 a 40 per Ciampino: un altro schiaffo ai cittadini non compensato dallo specchietto per le allodole del bando per mille licenze in più. In questo perverso scenario di città al collasso, si discute proprio di qualche licenza in più, scelta miope di chi vuole conservare lo status quo.
Per liberare le nostre città bisogna agire radicalmente; solo attraverso concorrenza, liberalizzazioni e incremento dei servizi disponibili saremo in grado di risolvere il problema. Per ottenere servizi migliori a prezzi più bassi, infatti, c’è solo una cosa da fare: una totale liberalizzazione del trasporto pubblico, con sistemi intelligenti in grado di tracciare i percorsi, con GPS installati sui taxi per migliorare la mobilità e ridurre l’evasione fiscale, con l’apertura a nuovi operatori e un aumento considerevole degli NCC.
Per protestare contro questa cristallizzazione del sistema abbiamo lanciato l’iniziativa “FreeTaxi”. Offriamo corse gratis ai cittadini, con una richiesta: ascoltare le nostre proposte di liberalizzazione. Il copione è sempre lo stesso: insulti, tentativi di aggressione, minacce. Dopo gli appuntamenti alla stazione Termini e Tiburtina di Roma, porteremo la nostra macchina brandizzata in tutte le stazioni italiane. Fino a quando non ci sarà una reale liberalizzazione, andremo avanti con la nostra protesta. È inaccettabile che, a causa di questa casta, non si garantisca ai cittadini e ai turisti un servizio pubblico efficiente. Siamo consapevoli che i tempi saranno lunghi, ma non si può lasciare il nostro paese in mano a una piccola corporazione che nessuno vuole toccare. Tutto ciò non accade soltanto in occasione di grandi eventi: questa situazione rappresenta la quotidianità delle maggiori città italiane. Insomma, in Italia, ogni giorno, per tutti noi è come se ci fosse un concerto di Taylor Swift.
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