Nei giorni scorsi il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha comunicato con entusiasmo la sperimentazione di una nuova linea di autobus che collegherà direttamente, per la prima volta, due zone della città densamente abitate da ebrei. Un provvedimento per rendere più spedito lo spostamento da un punto all’altro? Macché. Serve invece a limitare il pericolo che, lungo le tappe del tragitto, i passeggeri ebrei siano esposti ad aggressioni, aumentate a livelli mai registrati prima.

Le comunità ebraiche interessate hanno accolto con favore l’iniziativa, e si può capire. Dovrebbe tuttavia far riflettere e suscitare qualche trasalimento il fatto che nel 2024, in una città europea, ci si costringa a organizzare linee di trasporto riservate agli ebrei perché altrimenti c’è caso che li accoppino. Quelli, d’accordo, preferiscono così, e appunto c’è da capirli: perché se devi scegliere tra il ghetto ambulante e le botte o le coltellate, beh, per evitare queste scegli quello e tanti saluti. Ma la società costretta a presidiare sé stessa perché, se lasciata libera si sfogherebbe violentemente su una minoranza, è in buona salute? E gli amministratori costretti a separare quella minoranza dal resto della società che minaccia di aggredirla, preservandone l’incolumità al prezzo di incapsularla in una riserva semovente, possono ritenersi soddisfatti?

Non si dice che quel sindaco avrebbe dovuto rinunciare a fare qualsiasi pubblicità dell’iniziativa, questo magari no. Ma farne sfoggio tutto contento, come lui ha creduto di fare, significa non accorgersi del doppio scandalo che una simile vicenda drammaticamente denuncia: lo scandalo di una situazione in cui gli ebrei devono temere per la propria incolumità, e lo scandalo di una società che per proteggerli deve ricorrere a un regime speciale loro dedicato. Se il discorso pubblico europeo non fosse ormai destituito di qualsiasi tempra civile, se non fosse ormai completamente ottuso nella propria capacità di intelligenza delle cose, qualcuno con influenza e voce in capitolo avrebbe identificato e denunciato in quella “piccola” vicenda londinese l’enorme spettro di una trafila speculare. Non è successo.

Ma non accorgersi di quanto sia grave dover ricorrere a uno statuto speciale per “proteggere” gli ebrei, sia pur solo relativo a un po’ di fermate di bus, significa non accorgersi che i lombi della società sono maturi per dare fuori materia di segno esattamente opposto. Il ghetto faceva due cose. Disegnava il perimetro di qualche guarentigia. Circoscriveva l’ambito del pogrom.