Troppo spesso si fa cassa a spese di chi guida. Cittadini e turisti versano un tributo occulto – e crescente – a tutto vantaggio di enti locali – Comuni, Provincie, comunità montane – che incassano multe in quantità sempre maggiore. Più spostamenti, più controlli, più infrazioni e strumenti più rapidi di riscossione: a parte il dettaglio della non trascurabile inflazione, gli elementi per una stangata perfetta ci sono tutti. La rabbia degli automobilisti tartassati sale e con le proteste, qualche parvenza di rimedio da parte della maggioranza: ieri nelle pieghe del Milleproroghe è stato approvato un emendamento che vieta il cumulo di contravvenzioni sovrapposte. “Nel caso in cui si prendano più multe per autovelox nello stesso tratto stradale, in un periodo di tempo di un’ora e di competenza dello stesso ente si paga una sola sanzione: quella più grave aumentata di un terzo, se più favorevoli”. E’ questo uno degli emendamenti approvati, nel corso dell’esame parlamentare della riforma del Codice della strada, E’ qualcosa, ma la fotografia rimane impietosa.

L’aumento

Nel 2023, secondo i dati del sistema telematico del ministero dell’Economia che censisce tutti i movimenti delle casse nelle Pubbliche amministrazioni (il Siope), famiglie e privati cittadini hanno pagato 1,535 miliardi di euro in sanzioni comunali collegate al Codice della strada. I dati sono incontrovertibili e meritano l’attenzione della politica: siamo di fronte ad un’autentica manovra finanziaria, una tassa occulta alla quale per molti automobilisti è quasi impossibile sottrarsi. La cifra segna un aumento del 6,4% sull’anno prima, ma soprattutto indica una crescita del 23,7% rispetto al 2019. Non solo, quindi, il crollo determinato da pandemia, lockdown e lavoro a distanza è stato recuperato in pie-no: ma la colonna delle entrate da multe si sta attestando su un livello nuovo, nettamente più alto rispetto all’epoca pre-Covid. Un bel po’ di benzina nel motore delle multe è stato dato dall’inflazione, che aggiorna i prezzi delle sanzioni: ma anche al netto della corsa dei prezzi gli incassi 2023 pesano il 6,9% in più rispetto a quelli del 2019. Come mai?
Giocano un ruolo gli strumenti di monitoraggio e sanzione: più controlli e Autovelox, più videocamere anche notturne, incluse le video-trappole inserite qua e là negli insospettabili cespugli delle litoranee e tra i pini delle strade di montagna. Andando a costituire di fatto le maglie di una tenaglia invisibile: una stangata per le tasche degli automobilisti di proporzioni mai registrate prima. Firenze guida la classifica delle città più severe: è diventata la maglia nera dei supermultati d’Italia. Il capoluogo toscano ha registrato un balzo dell’85,5% negli incassi pro capite rispetto al 2019. Il 51,9% dei fiorentini paga senza ritardi e senza ricorsi.

Il caso del Comune di Colle Santa Lucia

La corsa agli incassi è stata particolarmente evidente nei Comuni piccoli e medi, dove gli incassi hanno registrato impennate fino al +59,7% nella fascia fra 2 e 5mila abitanti. Nelle città maggiori, l’incremento degli incassi è stato più contenuto. Il proverbiale senso civico attribuisce a Bologna un tasso di riscossione del 63,7% delle multe irrogate.
Il caso del Comune di Colle Santa Lucia (Belluno) evidenzia l’impatto economico sulle comunità locali, con incassi pro capite 83 volte superiori alla media nazionale. A farne le spese sono soprattutto gli ignari turisti. Vedendo le strade libere, è facile che guidino ben oltre i limiti di velocità consentiti. Ma ci sono anche centri urbani che arrotondano le entrate a suon di multe. Gli automobilisti tartassati cominciano a rendersi conto delle infrazioni solo dopo aver ricevuto a casa i bollettini da pagare, e non sono rari i casi in cui le multe diventano una caterva: Aduc segnala casi con centinaia di verbali: l’emendamento approvato ieri prova a correggere il tiro sul metodo delle multe seriali. Ma rimane il grimaldello delle notifiche, che vengono fatte spesso a sessanta giorni dall’infrazione, quando diventa difficile ricostruire il momento e il frangente esatto dell’avvenuta contestazione. La legge continua a fissare il termine di 90 giorni per la notifica, mentre l’informatizzazione e la notifica dei verbali oggi consentirebbe di farlo in una settimana.

La misura Salvini

Il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini, intervistato da Pablo Rojas per il Gr1 è entrato nel merito dell’evidente iniquità delle sanzioni stradali: “I rilevatori di velocità sono utili nei punti e nelle strade più a rischio ma non possono essere piazzati ovunque, senza alcuna motivazione di sicurezza, solo per tartassare lavoratori e automobilisti”, ha dichiarato Salvini. Starebbe lavorando a una misura che punta a vietare il ricorso dei rilevatori di velocità nelle strade sotto i 50 chilometri orari, portando avanti anche la battaglia del ministro contro le zone 30. Mentre va garantita la sicurezza sulle strade, è importante trovare un equilibrio tra l’applicazione delle norme e il rispetto dei diritti dei cittadini.
Incluso quello a non essere vessati dalla trappola delle multe.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.