Avvocati Napoli: “Poca trasparenza nell’incarico alla società di revisione esterna per il bilancio”

Dalla staffetta alla presidenza alla nomina di ben tre vicepresidenti fino alla decisione di affidare ad una società esterna il compito di supportare le figure presenti (tesoriere, in assenza di un direttore amministrativo, e revisori contabili) impedendo l’accesso dei consiglieri di opposizione ai documenti amministrativi. Ancora forti polemiche sulla gestione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. A sei mesi dall’insediamento, l’operato dell’Ufficio di presidenza è finito nel mirino non solo dei consiglieri di opposizione ma anche del Ministero e del Consiglio Nazionale Forense che chiedono chiarimenti in ordine alla mancata convocazione dell’Assemblea degli Iscritti per l’approvazione del bilancio consuntivo e preventivo.

Alcuni consiglieri della lista Per l’Avvocatura “contestano la scarsità dei verbali pubblicati; il diniego all’audio registrazione delle sedute consiliari; la mancata predisposizione di alcun piano economico finanziario, finanche di una sola relazione vuoi da parte del tesoriere, vuoi ancora del consulente commercialista contrattualizzato da anni, vuoi infine dell’ulteriore professionista scelto e retribuito proprio per tale compito”.

In una intervista rilasciata al Riformista, gli avvocati dell’opposizione riepilogano quanto sta accadendo nel parlamentino forense napoletano.

Cosa è successo in questi sei mesi?

“Assieme ai colleghi eletti della nostra lista Per l’Avvocatura, sin dall’inizio della consiliatura abbiamo, avanzato una serie di proposte costruttive che indicavano la strada per permettere all’Ordine di proseguire nell’opera di risanamento già fattivamente avviata nella parte finale della precedente consiliatura e di portare al sicuro la situazione economica e finanziaria dell’ente” (avvocato Alfredo Sorge).

In qualità di consiglieri del Coa Napoli, quali erano le vostre richieste? 

“In particolare, chiedevamo di procedere con immediatezza secondo le indicazioni fornite dalla relazione di due Diligence del dott. Vincenzo Moretta, già Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e Revisori Contabili della nostra città ed esperto unanimemente stimato della specifica materia, che la precedente consiliatura aveva tempestivamente richiesto, redigendo l’indispensabile piano economico-finanziario ed adeguando la struttura amministrativa del Coa; chiedevamo anche di deliberare soltanto le spese indifferibili ed urgenti e nessun’altra, ovvero solo quelle di ordinaria amministrazione (e non consulenze e pareri a pagamento); chiedevamo, ancora, di provvedere alla registrazione dell’audio delle sedute consiliari, indispensabile attesa la mancanza di una precisa e puntuale riproduzione nei (pochi) verbali portati in consiglio per l’approvazione; infine, chiedevamo di indire l’Assemblea della Classe per la discussione e l’approvazione dei bilanci nel termine normativamente previsto” (avvocato Pasquale  Altamura).

A fronte di queste vostre richieste come si è mosso l’Ufficio di Presidenza?

“Non ha mai redatto alcuna relazione se non fornito indicazioni e dati contabili parziali ed incompleti; non ha provveduto ad indire la procedura per la nomina di una figura essenziale, per i compiti che le norme gli affidano, come il Direttore Amministrativo (essendo quello ad interim nel frattempo cessato dalla carica per decorso del tempo); non ha predisposto nessun piano economico finanziario né tantomeno messo a disposizione alcuna relazione da parte del tesoriere o del consulente commercialista già contrattualizzato da anni o dall’ulteriore professionista, il dott. Salvatore Varriale, scelto dalla nuova governance e retribuito proprio per tale compito (compenso di diecimila euro all’anno); ha effettuato una serie di spese senza alcuna dichiarazione del capitolo di copertura; ha immotivatamente denegato la registrazione delle sedute consiliari; non ha indetto alcuna assemblea per l’approvazione dei bilanci” (avvocato Luigi Aprea).

Le ragioni della mancata convocazione dell’assemblea sono note?

“Non sono fondate le ragioni esposte dal presidente per la mancata indizione dell’assemblea degli iscritti e la mancata approvazione dei bilanci consuntivo 2022 e preventivo 2023, individuate nella pretesa incompletezza della relazione di due diligence e della documentazione contabile. Ed invero la relazione del dott. Moretta aveva precipuamente ad oggetto la determinazione della reale situazione debitoria del Coa Napoli nei confronti degli enti previdenziali e dell’agenzia delle entrate e riscossione, cioè gli enti nei cui confronti il Coa risultava debitore per inadempimenti risalenti nel tempo ed afferenti per la maggior parte (oltre l’80% della loro complessiva consistenza) agli anni di imposta 2016-2018. Orbene, mentre le ragioni dei mancati versamenti da parte del direttore (poi licenziato) sono oggetto della verifica della magistratura competente che farà il suo corso nei tempi che la legge permette, la relazione del dott. Moretta accertava in maniera puntuale la effettiva situazione debitoria e, con esaustive indicazioni, illustrava le ragioni per procedere celermente ad una ristrutturazione amministrativa nell’ottica della razionalizzazione dei servizi offerti dal COA Napoli” (avvocato Alfredo Sorge).

Le spese non erano tutte tracciate?

“Quanto specificamente alla spesa per i rapporti con i terzi fornitori, va detto che la stessa discende da rapporti contrattuali risalenti nel tempo, in particolare all’anno 2016, ed aventi durata pluriennale: tale voce di spesa risulta ben individuata nelle obbligatorie fatture elettroniche del fornitore, documentazione scaricabile dal cassetto fiscale e presente nel programma di contabilità di cui il COA risulta essersi dotato nella precedente consiliatura. Perciò appare quanto mai approssimativa l’affermazione di essere ‘alla ricerca di documenti’, in un’epoca di fatturazione elettronica e non cartacea in cui il programma di contabilità evidenzia le fatture presentate nel 2022” (avvocato Pasquale Altamura).

Quindi anziché nominare un direttore amministrativo si è preferito affidarsi a consulenze? 

“La mancanza di orientamento e di azione che ha caratterizzato la nuova consiliatura ha determinato, da un lato, la delibera di esercizio provvisorio venisse operata soltanto in data 26.6.23 ovvero a scadenza del primo semestre, laddove l’esercizio provvisorio è previsto per i primi quattro mesi, proprio perché entro il 30 aprile di ciascun anno deve essere indetta l’assemblea della classe da tenersi entro il 30 giugno; dall’altro, la perdurante mancata designazione del direttore amministrativo prevista dal vigente regolamento con la ricaduta di responsabilità e compiti sul consigliere tesoriere in base al vigente regolamento; infine, l’assenza di qualsivoglia elaborato e relazione ad opera del secondo consulente dott. Salvatore Varriale nella sua retribuita attività se non la indicazione di nominare un terzo consulente (!) del pari retribuito ovvero una società di certificazione/revisione, la K.P.M.G. s.p.a., laddove i compiti di redazione del bilancio spettano per regolamento al direttore amministrativo (e dunque oggi al tesoriere) e quelli di revisione spettano per legge ai revisori contabili del Coa” (avvocato Maria. Prisco).

Una società esterna per supportare chi dovrebbe svolgere, regolarmente, questo lavoro?

“Quest’ultima vicenda, accaduta negli ultimi giorni di luglio, merita un esame particolare. La governance del Coa, dunque, ha inteso, a metà luglio, di incaricare un ulteriore operatore economico a titolo oneroso per coadiuvare i due preesistenti consulenti nella predisposizione del bilancio; una società di certificazione e revisione, appunto la K.P.M.G. s.p.a,, incarico che non è stato preceduto da alcuna procedura di selezione o da alcuna manifestazione di interesse. Inoltre, gli atti inerenti a questo nuovo incarico (proposta contrattuale; oggetto dell’incarico; testo del contratto; spesa), per quanto reiteratamente richiesti, non sono mai stati messi a disposizione, tant’è che alcuni consiglieri sono stati costretti addirittura ad una istanza in base alla legge sul diritto di accesso ai documenti amministrativi, istanza sino ad oggi rimasta senza seguito” (avvocato Attilio Belloni).

Perché tutto questo ostruzionismo?

“Non è chi non veda la assoluta mancanza di trasparenza perfino su di un tema così rilevante per la vita stessa dell’Ordine degli Avvocati di Napoli; mancanza di trasparenza che coinvolge perfino il dato della spesa, di cui si conosce soltanto l’acconto (novemila euro) in quanto la circostanza riferita in consiglio, laddove era doveroso conoscere l’importo complessivo di spesa previsto dal rapporto contrattuale. Certo non una bella cosa per una governance partita sbandierando il vessillo della trasparenza” (avvocato Sergio Longhi).

Da Roma è arrivata una sollecitazione? 

“Il Consiglio Nazionale Forense nella seduta del 12 luglio 2023, previa conforme richiesta del Ministro della Giustizia, ha chiesto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli di far pervenire, entro il termine del 10 settembre 2023 “specifici e motivati chiarimenti circa la mancata convocazione dell’Assemblea degli Iscritti per l’approvazione del bilancio preventivo e consuntivo nonché circa la mancata approvazione dei già menzionati bilanci nei termini previsti”. Ed è giusto informare i Colleghi che anche una tale richiesta non è stata, ad oggi, dopo quasi un mese, messa all’ordine del giorno del Consiglio dell’Ordine” (avvocato Luigi Aprea).

Dall’ufficio di presidenza silenzio assoluto?

“Questa, in sintesi, la realtà dei fatti che è necessario far conoscere ai colleghi i quali, come detto, non possono accedere ai verbali consiliari perché pubblicati con notevole ritardo sul sito web ed in forma incompleta. Riteniamo doveroso informare di tutto quanto sta accadendo e che non pare oggetto della comunicazione da parte dei canali ufficiali del Coa al di là dei vuoti proclami di questi giorni ad opera dell’ufficio di presidenza” (avvocato Maria Prisco).