Le aspettative
Azione e +Europa aspettano i congressi. “Il Federatore” è nella fase di casting
Il Federale, nella magistrale interpretazione di Ugo Tognazzi, si era dato una missione che doveva portare a termine a tutti i costi: consegnare a Roma il professor Erminio Bonafé, irriducibile intellettuale antifascista. Gli andrà tutto storto, arriverà nella Capitale fuori tempo massimo, mentre gli americani la stanno liberando. Il Federatore, ultimo film della stagione politica, ripercorre l’idea di portare a termine a ogni costo una missione difficilissima: riunire i moderati, i riformisti e i liberali per consegnarli al centrosinistra. Al Nazareno, nello specifico. Ricostruendo una nuova Margherita, magari più piccola e più sgangherata. Una piccola armata Brancaleone satellite del Pd.
Il casting
Il Federatore, per ora, è nella fase di casting. Limata la sceneggiatura, stanno cercando il protagonista. I provini hanno per ora evidenziato due talentuosi interpreti di esperienze diverse: il palermitano romanizzato Ernesto Maria Ruffini, fino a due giorni fa a capo dell’Agenzia delle Entrate, e il milanesissimo Beppe Sala, diventato sindaco del capoluogo lombardo dopo numerose esperienze manageriali. Il fatto di ascrivere i moderati, riformisti e lideraldemocratici ad uso esclusivo dei Dem segna la prima linea di demarcazione. Lo scandisce Luigi Marattin, parlando con Il Riformista: «Il nostro messaggio è sempre quello: a noi operazioni nel centrosinistra non interessano. Sala, Ruffini, non riguardano il nostro progetto, che è di autonomia nel centro. Non ci interessa rafforzare il centrosinistra, così come non ci interessa il centrodestra». Il centro si costruisce a partire da una serie di incontri che si stanno organizzando sul territorio, dopo la kermesse di Orizzonti Liberali, Nos e Libdem a Milano, a fine novembre. A Roma si riorganizza anche il mondo cattolico: ha preso il via il nuovo movimento Pensiero Popolare Italiano, guidato, nel nome di Don Luigi Sturzo, da Fabio Desideri.
Il congresso di Azione
Azione ha fissato il congresso nazionale per la metà di febbraio e intanto circola un sondaggio BiDiMedia che indica in Giulia Pastorella, la candidata che sfiderà Calenda, la figura in cui gli elettori di Azione hanno più fiducia. Sorpasserebbe, stando all’istituto sondaggistico, lo stesso fondatore di Azione di un punto percentuale. Il programma di Pastorella coincide in buona sostanza con quello di Marattin e poggia sull’autonomia dai due poli. Calenda non commenta, ma va come ospite ad Atreju, la festa nazionale di Fdi, ed è un fiume in piena. «Per ciò che concerne Azione massima disponibilità a lavorare con chi vuole costruire un’area repubblicana, liberale e popolare indipendente», annuncia. Poi a margine, sui nomi di Sala e Ruffini, ci scherza su: «Mi sembra di vedere sempre quella scena in cui Corrado Guzzanti interpretando Veltroni dice: ‘Chi possiamo candidare? Napo orso capo, i Fichi d’india, Amedeo Nazzari? Noo, Amedeo Nazzari è morto!’ Insomma, parliamo di cose serie». E tra le cose serie c’è il ritorno sulla scena nazionale di un riformista del calibro di Paolo Gentiloni: «Servirà come il pane», dice Calenda. E se Ruffini non concede conferme sul suo impegno diretto, l’intervista tutta politica al Corriere, a valle delle sue dimissioni dalle Entrate, lascia aperta ogni ipotesi. «Ruffini è una persona assolutamente rispettabile, ha grandi competenze, l’ho conosciuto anni fa. Se vuole dare un contributo è un fatto positivo, ma vale per tanti altri. Ma ho paura che partendo dai nomi di supposti federatori più o meno calati dall’alto, o dal lato, poi si rischi di bruciare figure che invece potrebbero avere un ruolo nel contribuire alla creazione di una proposta politica», commenta il segretario di +Europa Riccardo Magi.
Il congresso di +Europa
Anche +Europa terrà il suo congresso a febbraio e anche in quel caso sembrano pronte ad affrontarsi due linee, una marcatamente di centrosinistra (Magi) e una che ricalca l’esperienza della lista europea Stati Uniti d’Europa. A guidare la sfida a Magi potrebbe essere un nome nuovo, non ancora sul piatto. Indicato per mesi come possibile ‘federatore’ del Centro, Ruffini ancora ieri spiegava: «Ci si può impegnare anche senza avere ruoli, per semplice senso civico: non occorre diventare giardinieri per prendersi cura dell’aiuola davanti a casa». Dopo il convegno sull’impegno dei cattolici in politica con Beppe Fioroni e padre Occhetta, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate oggi dovrebbe prendere parte a un evento in Vaticano su ‘Una carità sociale e politica’, con Romano Prodi tra i partecipanti. Enrico Borghi, presidente dei senatori di Italia viva, ammonisce: «La politica non è X factor, non dobbiamo stare qui a costruire uno spettacolo che alla fine ci porta a selezionare il nome di questo o di quell’altro».
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