«L’alleanza di governo e di centrosinistra vince dove perdevamo da anni». Al Nazareno Zingaretti festeggia. Due settimane dopo il voto delle regionali e del referendum costituzionale, i seppur meno importanti risultati dei ballottaggi delle comunali (primo turno in Sicilia), consegnano un copione ribaltato. Non più un successo di misura del centrodestra (che ha strappato ai dem la roccaforte “rossa” delle Marche), ma una vittoria del centrosinistra. Dopo i successi a Mantova, Trento e Trani al primo turno, il Pd si riconferma nelle grandi città che governava: da Bolzano (il sindaco Caramaschi viene riconfermato con il 57,18%), a Reggio Calabria (Falcomatà, figlio dell’ex sindaco, vince con circa il 58%), fino ad Aosta (contro il candidato del movimento di Sgarbi) e Lecco (mantenuta in extremis con solo 31 voti di differenza con la destra).

Fanno poi rumore i risultati di Cascina (che torna alla sinistra dopo la parentesi Ceccardi) e Chieti: qui il leghista Di Stefano partiva con un vantaggio di quasi 17 punti percentuali, ma a diventare sindaco è il candidato di centrosinistra Ferrara, grazie al sostegno ricevuto da altri candidati sconfitti, tra cui quello dei 5 Stelle. Favore ricambiato dai dem a Matera dove, grazie all’indicazione di voto favorevole del Pd, il grillino Bennardi batte con un clamoroso 67% il centrodestra che lì governava. Il Movimento si consola così della sconfitta proprio per mano degli “alleati” ad Andria: qui Bruno li batte con il 59%. L’ex capo politico Di Maio, intanto, sottolinea i buoni risultati dove i grillini erano coalizzati: oltre Matera, Termini Imerese e la sua Pomigliano d’Arco. «Le coalizioni ci premiano ovunque – commenta- gli iscritti avevano ragione». Il centrodestra, invece, mantiene Enna e Arezzo e vince nella Senigallia del doppiamente sconfitto Mangialardi, ma si fa ribaltare anche a Crotone, dove viene eletto il civico Voce. Rimane però l’importante successo a Venezia, al primo turno, con il forzista Brugnaro.