La petizione
Bambini sottratti alle madri, firme per una commissione d’inchiesta
Bambini minorenni allontanati dalle madri per consentire un riallineamento del padre. Una procedura che ha il sapore di un Tso mascherato e che vede come uniche vittime proprio i bambini. Qualcosa, tuttavia, si sta muovendo. «È da circa 20 anni che l’autorità giudiziaria italiana emette provvedimenti che dispongono l’allontanamento di figli piccoli dalle madri», riferisce l’avvocato Michela Nacca, presidente dell’associazione Maison Antigone, autrice di una memoria che viene adottata in molte difese di madri accusate di alienazione.
Il suo è un documento di denuncia di un fenomeno purtroppo diffuso e che vede i bambini vittime di una sorta di trattamenti sanitari, decisi sulla base di relazioni di consulenti tecnici di ufficio e sulla cosiddetta teoria Pas, «tuttavia senza mai che i tribunali abbiano potuto valutare i gravi rischi sulla salute dei bambini provocati dal trattamento sanitario disposto». Sì, perché parliamo di madri che non hanno commesso abusi o maltrattamenti sui figli, eppure vengono sottoposte di continuo alle analisi dei consulenti tecnici di ufficio, monitorate da tutori e curatori. Costrette a spendere soldi per pagare consulenti e avvocati. Spesso riducendosi sul lastrico. Procedure e controlli effettuati sbandierando il vessillo di una bigenitorialità a tutti i costi. Anche contro la volontà del bambino stesso. Un reset dei sentimenti in nome della bigenitorialità costringendo il minore ad avere un rapporto anche con il genitore che rifiuta. Un controsenso se si pensa che a volte parliamo di rapporti con padri anche violenti. È su questo che il dossier punta l’indice. Sui «rischi mai indicati da nessuna consulenza tecnica di ufficio e nemmeno in nessun provvedimento giudiziario sui danni della cura», di quella che viene definita come «madrectomia».
Qualcosa si muove, dicevamo, ed ha le forme e i contorni di una petizione che viene sostenuta da numerose associazioni, tesa anche alla costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui rischi traumatici degli allontanamenti disposti dall’autorità giudiziaria su minori che possa vagliare le loro motivazioni del loro «no» all’altro genitore. Il provvedimento di allontanamento da Pas «è illegittimo – sostiene l’avvocato Nacca – ma soprattutto autorizza un comportamento che rischia seriamente di costituire un trattamento degradante per i minori e dunque costituisce una tortura». Per la professionista «tutto ciò è in violazione della Convenzione di Oviedo e della legge italiana 219/2017 sul consenso informato: un diritto del minore, dell’esercente la responsabilità genitoriale sul minore, ma anche della stessa autorità giudiziaria che dispone il trattamento sanitario, che pone a rischio i minori a valutazioni non bilanciate, mai adeguatamente informate circa i gravi rischi e le conseguenze sulla salute provocati da questi reset e già attestati da centri universitari internazionali».
La raccolta di firme vuole cercare di frenare l’orrenda pratica dell’allontanamento di bambini dalle loro madri, di riportare nella loro casa i minori che in questi anni sono stati portati via con la forza, ma anche di costituire organi che indaghino a 360 gradi sulla distorsione provocata da queste pratiche a danno di migliaia di bambini italiani «sia sotto il profilo dei traumi provocati dai trattamenti di reset sia sotto l’aspetto degli abusi sessuali incestuosi subiti dai bambini e occultati grazie alla Pas», conclude l’avvocato Nacca. Per comprendere le dimensioni del dramma vissuto da tanti bambini, basti pensare che il 40% delle vittime di femminicidio sono madri di bambini e ragazzi, che circa 120 mila minori sono coinvolti in separazioni di genitori ogni anno e di questi circa 30 mila ogni anno sottoposti a Ctu e monitoraggi di servizi sociali e minacce di sradicamento dalla abitazione d’origine.
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