Parla il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Campania
Bambini ucraini in Italia, come funziona l’accoglienza e l’affido temporaneo: “Vigiliamo con massima attenzione”
Il conflitto in Ucraina continua a creare drammi e traumi soprattutto tra i più piccoli. Oltre un milione di bambini ha già lasciato l’Ucraina in 14 giorni di conflitto e sono 100mila gli orfani costretti a trovare riparo in altri paesi. Tutti minori costretti a lasciare tutto ciò che conoscono e che amano alla ricerca di sicurezza. Alcuni viaggiano con le loro mamme, altri sono affidati a conoscenti e altri ancora sono completamente soli. Una tragedia umanitaria enorme.
“In Italia sono già arrivati 6mila bambini e altri ancora arriveranno nei prossimi giorni. Per la loro tutela, accoglienza e protezione la nostra attenzione è altissima”, spiega Giuseppe Scialla, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Campania. Il garante spiega che tutti i bambini che arrivano in Italia, siano essi accompagnati o soli, vengono accolti dalle istituzioni, registrati e vaccinati. “Tutto avviene nell’assoluto rispetto dei loro diritti ed esigenze, sono bambini, non pacchi. Stanno vivendo una situazione particolarmente difficile e a loro è dovuta tutta l’attenzione e l’assistenza speciale possibile”.
Nel caso dei minori non accompagnati poi l’attenzione è ancora più grande. Una volta arrivati in Italia, con il contributo istituzionale della Protezione Civile, delle prefetture e delle questure vengono divisi in centri di prima accoglienza e case famiglia. “Il mio massimo impegno insieme alle istituzioni è quello di vigilare affinchè a questi bambini sia dato sostegno e affetto per una crescita sana. Bisogna stare attenti anche alle situazioni in cui i bambini sono ‘affidati’ ad amici o parenti per arrivare in Italia. Non devono finire assolutamente in situazioni sommerse. Per questo registrarli è fondamentale: se non lo sono rischiano di diventare invisibili e possono essere reclutati facilmente in brutte situazioni. Ma la macchina dello Stato è attiva e vigile”.
La tremenda situazione che stanno subendo i bambini ucraini ha scosso tanti cittadini italiani che subito si sono chiesti come fare a mettersi a disposizione per ospitare a casa bambini in fuga dall’orrore. Il garante spiega che soprattutto trattandosi di bambini è importante seguire le procedure con grande attenzione. Nessun bambino sarà ospitato a casa di volontari senza il vaglio del tribunale dei minorenni, assistenti sociali e dalle istituzioni preposte. E le procedure per l’affidamento non hanno tempi brevi. “Il rischio che un bambino possa finire in mani sbagliate è troppo grande, per questo parlare di affido temporaneo dei bambini in fuga dall’Ucraina è troppo presto”.
Il Garante spiega infatti che l’affido temporaneo è previsto dall’ stato d’emergenza e consiste nell’avere in affidamento un minore anche solo per un certo periodo di tempo. “Questo è previsto in caso di emergenza e in questi giorni stiamo elaborando un piano d’azione compatto insieme a prefetture, questure e servizi sociali su come gestirlo nel futuro. Per il momento i prefetti stanno facendo un’attenta ricognizione di strutture già preposte all’accoglienza dei bambini su tutto il territorio nazionale e su strutture offerte da privati per questo scopo. Lo stato c’è, non lasceremo mai soli i bambini”.
Dunque i cittadini possono proporre la loro disponibilità all’affido temporaneo ai servizi sociali, prefetture e questure. Il Garante spiega che ci sono anche alcune Onlus che hanno avviato la raccolta di disponibilità “ma deve essere chiaro che tutto passa per le istituzioni che passo passo vigileranno sulle procedure di affidamento e nel garantire al bambino che la famiglia affidataria sia davvero all’altezza di potergli offrire tutto il meglio. Ho invitato i prefetti a vigilare anche sulle onlus”. L’immagine dell’offrire la disponibilità e avere a casa un bambino poco dopo è molto lontana dalla realtà. La procedura non è immediata proprio per tutelare tutti i diritti del bambino. Non basta segnalare la propria disponibilità: bisogna che le famiglie affidatarie siano valutate, conosciute e soprattutto formate per questo grande compito che decidono volontariamente di assumersi.
La legge 47/2017 stabilisce infatti che per i minori stranieri non accompagnati ci sia la figura del tutore: un cittadino che volontariamente si offre per dare voce al bambino che magari è accolto in casa famiglia e per firmare il consenso informato e altre attività e tutelarne i diritti e la persona. “Per svolgere questa funzione è necessario essere nominati dal Tribunale per i minorenni e svolgere corsi di formazione gestiti dal Garante dell’infanzia. Sono bambini, vanno maneggiati con grandissima cura, questo non bisogna dimenticarlo mai”.
© Riproduzione riservata