Aveva tre figli, gli organi saranno donati
Barbara Capovani è morta, la psichiatra aggredita a sprangate: arrestato il paziente “sciamano”
Barbara Capovani non ce l’ha fatta. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria pisana e l’Azienda Usl Toscana nord-ovest ha confermato la morte cerebrale della psichiatra 55enne, aggredita a sprangate venerdì scorso davanti all’ospedale di Pisa. Accusato dell’aggressione Gianluca Paul Seung, ex paziente della dottoressa Capovani, con diversi precedenti di polizia. Gli organi della dottoressa saranno donati.
Le indagini sono state dalla Procura della Repubblica di Pisa. Secondo la ricostruzione l’uomo accusato si era presentato in ospedale il giorno prima dell’aggressione. Aveva chiesto della dottoressa Capovani, che non era presente. Quando il giorno dopo all’uscita la dottoressa stava prendendo la sua bicicletta, è stata aggredita selvaggiamente. Colpita ripetutamente a sprangate. Le condizioni della dottoressa erano apparse subito gravissime. Era stata colpita duramente alla testa.
Secondo gli investigatori l’uomo, giudicato “di elevata pericolosità”, era fuggito e si sarebbe disfatto degli indumenti per non rendersi riconoscibile. Grazie alla collaborazione dei colleghi della dottoressa si è risaliti all’identità dell’uomo. Ad arrestarlo gli uomini della Squadra Mobile, nella casa dove viveva da solo. All’atto dell’arresto si è barricato in casa, ha aggredito gli agenti. Sotto il letto custodiva una balestra con dei dardi. È stato ammanettato e portato nel carcere Don Bosco di Pisa.
Seung era l’unico sospettato. 35 anni, padre cinese e madre italiana, affetto da turbe psichiche, viveva di espedienti a Torre del Lago Puccini, una frazione di Viareggio, in provincia di Lucca. La sua fedina penale riporta un lungo elenco di reati violenti, anche carnali. Aveva ferito un altro psichiatra, collezionato tre fogli di via a Lucca, Prato e Pisa, spruzzato spray urticante in faccia a una guardia davanti al Tribunale di Lucca, era stato arrestato per molestie a una minorenne.
Si definiva uno “sciamano”, mediatore tra visibile e invisibile, che combatteva contro l’ingiustizia, soprattutto quella esercitata contro gli utenti psichiatrici. Presentava farneticanti esposti in Procura e in Questura contro i governi su cospirazioni e complotti. Di tutto questo scriveva sui social. Dal 2019 era stato in cura dalla dottoressa Capovani a Pisa, aveva però deciso di interrompere il percorso terapeutico. La dottoressa in un referto del novembre 2019 aveva definito la personalità dell’uomo come affetta da disturbi “narcisistico, antisociale e paranoico” e che il paziente appariva “totalmente consapevole delle proprie azioni e del loro disvalore”.
Al termine del periodo di osservazione si è proceduto alla donazione degli organi, “assecondando in tal modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso”, hanno fatto sapere con un bollettino medico congiunto l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e l’Azienda Usl Toscana Nord Ovest. L’espianto è stato autorizzato dal magistrato titolare del fascicolo di indagine. La dottoressa era madre di tre figli.
© Riproduzione riservata