"Il deterrente della pena non è sufficiente"
Barbara Palombelli si scusa per le frasi sui femminicidi: “Ho sbagliato ma l’odio scatenato contro di me preoccupa”
Barbara Palombeli si scusa dopo giorni di polemiche e di accuse e offese per le sue parole sui femminicidi in diretta alla trasmissione Forum giovedì scorso. “È lecito domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esasperante, esagerato, anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci…”, si era chiesta la giornalista. Era esplosa una polemica enorme, sollevata la questione della colpevolizzazione della vittima, forse anche le frasi infelici della giornalista sono arrivate dopo settimane con numeri da strage sui femminicidi.
“Io non mi sono spiegata bene – ha riconosciuto Palombelli in un’intervista in radio a Rtl 102.5 – anche se chi ha visto tutta la causa ha capito perché era una causa sulla rabbia al femminile, con una psicologa in studio, con tutto ciò che poteva fare da contorno a questo tema. Io non mi sono spiegata bene e quindi mi sono scusata con il pubblico e con l’azienda, se uno sbaglia a parlare sbaglia. Non ho autori, non ho auricolari, quindi ho sbagliato io e mi sono scusata”. La giornalista nei giorni scorsi si era detta vittima di diffamazione e pronta ad andare in tribunale. Ha detto di aver ricevuto tanta solidarietà ma anche di essere preoccupata per la gogna del web nei suoi confronti.
“Questa è una cosa che preoccupa perché io mi posso difendere grazie alla mia storia, e poi ho una mia corazza, ma tante persone possono rimanere schiacciate, pensate alle ragazzine. Il tema del bullismo online è un tema importante e lo affrontiamo tanto anche a Forum – ha continuato – A livello personale credo che bisogna imparare da tutto, bisogna stare attenti ad usare le parole e questa è stata una mia mancanza. Però bisogna anche imparare a capire cosa sta accadendo in questo Paese dove, da un lato si pensa che sia diventato il paese più permissivo del mondo dove tutti possono fare tutto, dall’altro senza chiedere, senza chiarire si montano queste ondate di odio e di indignazione, di insulti. È una cosa che è capitata ad altri prima di me e capiterà ad altri dopo, ma da giornalista voglio interrogarmi anche sui limiti di questo sistema. La violenza che è stata esercitata, l’istigazione all’odio contro di me, racconta anche qualcosa su questo Paese, c’è sempre da imparare”.
Palombelli si è soffermata e ha spiegato quello che è stato una sorta di lapsus, per il quale si è scusata per l’appunto. “L’importante è capire cosa accade prima del femminicidio, con quali meccanismi i violenti da entrambe le parti si possano bloccare ed arginare prima di questo terribile esito fatale. Questo mi sembra un tema di grande interesse perché altrimenti non resteremmo lì tutta la vita a contare le scarpette rosse. Ci dobbiamo domandare cosa succede in un rapporto se il tuo amore diventa il tuo aggressore o addirittura il tuo assassino. Io mi sono spiegata male, mi sono scusata ma la domanda di fondo è: quali comportamenti possiamo bloccare prima che la rabbia diventi violenza. È questo il tema che mi interessa, colpa mia se non mi sono spiegata bene, diverso è quello che poi si è scatenato”.
E quindi un riflessione sulla pena, e sulla sua utilità in questi casi, su quanto potrebbe essere più utile insistere, considerando anche come queste tragedie vanno a finire: “Io credo che il deterrente della pena non sia sufficiente perché come avete visto moltissime di queste persone si tolgono la vita – ha detto Palombelli – Possiamo lavorare sulla pena, tutti quei temi che riguardano i giuristi e che non posso essere io e deciderlo ma il tema vero è: che tipo di rapporto si instaura tra la vittima e il carnefice. Secondo me non si può dire ‘non ne parliamo’ per rispetto alle vittime, anzi va fatto proprio per rispetto alle vittime”.
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