Era tornata stanca da una mini-crociera e aveva detto agli amici e colleghi di voler dormire sulla “sua” barca, la Morgana, quella dove lavorava, prima di rientrare a casa.  Giulia Maccaroni è morta per asfissia in seguito all’incendio che ha interessato l’imbarcazione ormeggiata nel poro turistico Marina di Stabia a Castellammare di Stabia nelle prime ore di lunedì 30 agosto. Stava dormendo e probabilmente non si è accora di nulla. Aveva quasi 30 anni, era originaria della provincia di Roma (San Vito Romano) e faceva parte dell’equipaggio dell’imbarcazione (in qualità di hostess), una barca a vela di 22 metri battente bandiera inglese ma gestita da una società di Gragnano (Napoli). Insieme a lei lavoravano uno skipper napoletano e un cuoco.

Dormiva sotto coperta e il suo corpo, sul quale, secondo una prima ricostruzione, non sono presenti ustioni né ferite, è stato recuperato dai vigili del fuoco. L’incendio ha interessato la parte esterna dell’imbarcazione. La giovane hostess non si sarebbe accorta di nulla. Quando sono arrivati i vigili del fuoco e sono entrati nella barca, la vittima non respirava più e i soccorsi si sono rivelati inutili.

Alla comunicazione della drammatica notizia la madre ha accusato un malore. Alcuni familiari sono in viaggio da Roma per l’identificazione del corpo. Le indagini  coordinate dalla procura di Torre Annunziata, sono condotte dai militari della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, guidati dal comandante Achille Selleri. Al vaglio le immagini delle telecamere presenti nel porticciolo per ricostruire le fasi precedenti il drammatico rogo ed accertare eventuali responsabilità. Il pm di turno, come da prassi, ha disposto l’esame autoptico sul corpo della giovane Giulia.

 

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.