Il crollo
Bare sospese nel vuoto, ‘miracolo’ al cimitero di Poggioreale: “Il giorno prima c’erano i familiari dei defunti”

Una decina di bare sospese nel vuoto, rimaste in bilico in uno scenario di inquietante e avvilente incuria. Posare lo sguardo su quello che sta accadendo all’interno del cimitero di Poggioreale è un po’ come mettere a fuoco il dettaglio di una foto. Il panorama che c’è sullo sfondo della foto non cambia, e in questo caso è quello di una città nel degrado e nell’incuria, una città in bilico, sospesa tra incertezze costanti e stancanti. Poggioreale 17 ottobre 2022: si sbriciola un’altra congrega.
Accade nel primo pomeriggio, quando una facciata della Congrega della Resurrezione, con i loculi marmorei, viene giù. Il cedimento si verifica all’altezza del cancello Balestrieri, a poca distanza dall’ingresso del forno crematorio di via Santa Maria del Pianto. Il cedimento interessa un edificio di tre piani che si trova in una zona diametralmente opposta a quelle dove a gennaio scorso crollarono le cappelle di San Gioacchino e dei Dottori bianchi, un dettaglio che rende tutto ancora più allarmante. Le bare nella cappella della Resurrezione ora sono a vista, alcune sono inclinate su una base non più solida, in bilico, sospese. Scatta un nuovo allarme.
A Poggioreale è il terzo crollo in dieci mesi, il primo ci fu il 5 gennaio e il secondo il 30 settembre. «Per fortuna anche in questo caso non ci sono stati feriti perché quando è avvenuto il cedimento non c’erano visitatori e nessuno si è fatto male», commenta Pina Caccavale, presidente del comitato “Crollo 5 gennaio 2022, Insieme per non dimenticare”, il comitato dei familiari dei defunti le cui bare sono state interessate dai crolli che ci sono stati all’interno del grande cimitero di Napoli. «Cosa sarebbe successo se il crollo fosse accaduto di sabato o di domenica quando ci sono le persone che fanno a far visita ai loro defunti – si chiede Caccavale -? Da tempo denunciamo che il problema dei crolli non riguarda solo le nostre congreghe perché la collina del cimitero nei mesi scorsi ha continuato a franare. Il punto è che se non si fermano i lavori della metropolitana ci saranno altri crolli. Questo è un disastro annunciato. Cosa si vuole aspettare ancora, che muoia qualcuno?».
È chiaro che c’è grande preoccupazione, ma anche tanta amarezza. I resti dei defunti che erano sepolti nell’ala del cimitero crollata il 5 gennaio scorso sono ancora a terra, esposti alle intemperie, tra le macerie. «C’è stata una nuova proroga per l’arrivo delle gru che avrebbero dovuto spostare i corpi dei nostri cari – spiega il presidente del Comitato dei familiari -. Hanno detto che le gru arriveranno a novembre, sempre che arrivino, noi ormai crediamo solo a quel che vediamo». E come dar loro torto! In Giappone hanno ricostruito un tratto di autostrada crollato in sei giorni, qui sono passati dieci mesi e ancora tutto è fermo. «Intanto il dal 12 settembre il cimitero è riaperto al pubblico e i lavori della metropolitana continuano», conclude Caccavale ponendo l’accento sul rischio sicurezza per i visitatori del cimitero. Le rassicurazioni sulla messa in sicurezza dell’area, date dal Comune di Napoli e dalla Metropolitana, adesso sembrano proprio stonare con il nuovo crollo che si è verificato ieri.
«Non riusciamo a capire se si tratti di incompetenza o negligenza perché tanto in quelle bare ci sono persone già morte», aggiunge ancora la presidente Caccavale annunciando di voler far unire alle loro battaglie i familiari dei defunti della Congrega della Resurrezione, quelli interessati dal crollo di ieri, immaginando che l’unione possa fare la forza anche in questo caso. Intanto da gennaio la Procura di Napoli indaga per crollo colposo senza ancora essere arrivata a una svolta e i resti dei defunti da dieci mesi giacciono tra le macerie e lasciati alle intemperie, mentre continuano a esserci rimpalli di responsabilità tra istituzioni, ipotesi, preoccupazioni, timori di nuoci cedimenti. Insomma tante parole e, come al solito, pochi fatti.
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