A quasi 24 ore dall’attacco di Israele alle basi Unifil italiane nel sud del Libano non c’è ancora nessuna spiegazione ufficiale. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso di una conferenza stampa convocata poco prima delle 18 di giovedì 1o ottobre, sottolinea che “gli atti avvenuti non hanno una motivazione militare. Aspettiamo la risposta per capire cosa abbia portato a fare ciò che è avvenuto. Non sono colpi partiti per errore”, sottolineando che “gli atti ostili computi e reiterati delle forze israeliane contro la base 1-31 potrebbero costituire crimini di guerra” e “sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario”.

Basi Unifil attaccante, Crosetto: “Noi e Onu non prendiamo ordini da Israele”

Poi rincara ulteriormente la dose e chiarisce un aspetto non di secondo piano: “La situazione in quella parte di Libano ci preoccupa non da oggi, ma quello che è successo è totalmente inaccettabile e non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. Ho detto all’ambasciatore di riferire al Governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele”.

Crosetto: “Lì per difendere diritto internazionale”

Il ministro della Difesa del governo Meloni ricorda che “le Nazioni Unite e l’Italia sono lì in attuazione di una risoluzione delle Nazioni Unite e l’unico modo con cui si può discutere quello che facciamo è ponendo formalmente il tema alle Nazioni Unite, non sicuramente dando ordini a nazioni libere (che sono lì per difendere il diritto internazionale) di fare una cosa o di farne un’altra. Non è accettabile, perché noi difendiamo il diritto internazionale sempre e comunque, in ogni Paese e da chiunque”.

Crosetto: “Da ambasciatore nessuna spiegazione”

Crosetto ha spiegato che l’ambasciatore di Israele a Roma, Jonathan Peled, “non era in grado di fornirci spiegazioni” così come “l’addetto militare” che “non era presente” perché impegnato ad un evento della Marina militare italiana a Venezia. Entrambi, ha sottolineato Crosetto, forniranno spiegazioni in futuro perché Unifil è una “missione nata per portare pace e non per subire aggressioni”.

Crosetto: “Ritiro? Sicurezza ancora possibile”

Sull’eventuale ritiro dei circa 1200 militari italiani nella basi Unifil nel sud del Libano, il ministro della Difesa sottolinea che “abbiamo preparato da tempo piani di contingenza per qualunque evenienza ed accadimento in quell’area. Abbiamo accelerato i tempi d’intervento qualora fosse necessario. Non è una scelta nazionale, ma internazionale. E’ una scelta Onu su cui rifletteranno i 40 Paesi contributori”. Poi aggiunte: “Se poi succederà qualcosa e si supererà una linea che non consente di garantire la sicurezza che ancora oggi sembra possibile, della missione Onu, a quel punto l’Onu prenderà decisioni di cui noi saremo partecipi”.

Redazione

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