Verso le elezioni comunali
Bassolino presenta il suo programma, i partiti non hanno nemmeno un candidato…
Ad Antonio Bassolino va riconosciuto un merito: quello di aver messo la faccia, in tempi non sospetti, in una delle campagne elettorali più complesse della storia di Napoli. Non era scontato, soprattutto per un uomo devastato da 19 processi (conclusisi con altrettante assoluzioni) e ben presto abbandonato dai vertici di quello stesso Partito democratico che aveva contribuito a fondare. Adesso – piaccia o meno – l’ex sindaco e governatore merita un secondo plauso per il semplice fatto di essere il primo a mettere sul tavolo un serie di idee per “ricucire” la città “scassata” dalla pandemia e, prima ancora, da dieci anni di amministrazione de Magistris. Lo farà stamattina in via Toledo, dove indicherà anche i progetti da finanziare con le risorse del Recovery Fund.
Molti si chiederanno: perché tanto clamore per la presentazione di proposte che non è detto che si traducano in azioni concrete? Il motivo è presto detto: l’iniziativa di Bassolino sposta finalmente la discussione dall’aleatorio campo dei nomi a quello più concreto dei progetti. Finora, infatti, le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra hanno parlato solo ed esclusivamente di ipotetiche candidature, peraltro senza riuscire a individuare la personalità che in autunno potrebbe essere chiamata a raccogliere la pesante eredità di Dema. Da una parte si discute del pm Catello Maresca, dall’altra si ipotizza la discesa in campo dell’ex ministro Gaetano Manfredi o del presidente della Camera Roberto Fico, ma in entrambi i casi non si fa cenno a progetti per Napoli. E poi c’è un aspetto da non sottovalutare: l’apertura della prossima consiliatura coinciderà con l’arrivo delle risorse europee, ragion per cui sarebbe ora che le forze politiche locali indicassero i progetti e le strategie sulle quali i rispettivi candidati intenderanno puntare. E, dopo l’incontro in programma stamattina, Bassolino sarà il primo e l’unico ad aver contribuito a un dibattito cruciale per il futuro di Napoli sebbene inspiegabilmente ignorato da sovranisti e progressisti.
Come se non bastasse, l’appuntamento di stamattina offrirà anche l’occasione per valutare la strategia di Bassolino. Per esempio, l’ex ministro chiederà che una parte del Recovery Fund sia destinata alla riqualificazione di Bagnoli? E, in questo caso, si schiererà per la restituzione di quell’area alla natura, come suggerito a suo tempo da Vezio De Lucia, o sosterrà un’idea “produttivistica”, simile a quella propugnata da Roberto Barbieri? Ancora, che idea ha Bassolino di una risorsa strategica come il porto o di un tema che politicamente gli è costato caro come quello della gestione dei rifiuti o della proposta di legge speciale per Napoli avanzata dal Pd? A circa sette mesi dalle comunali, le risposte a queste e altre domande contribuiranno non solo a stimolare il dibattito sui problemi veri di Napoli, ma anche a rendere più trasparenti le scelte delle forze in campo e più consapevole la scelta che gli elettori sono chiamati a fare.
Ecco perché centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle dovrebbero smetterla di attardarsi nella ricerca di sofisticati equilibri politici e quindi affrettarsi a indicare nomi e progetti per ricostruire Napoli. Dall’apertura dell’era de Magistris sono passati ormai dieci anni e, alla luce del disastro politico e amministrativo che ne è derivato, i partiti non possono permettersi il lusso di perdere altro tempo. E, soprattutto, non può permetterselo una città ormai in agonia come Napoli.
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