Dopo la drammatica sconfitta subita dal PD sembra iniziato un inevitabile, durissimo redde rationem, ancor prima delle elezioni l’ex deputato, poi sindaco di Afragola Mimmo Tuccillo annunciò l’ingresso in Italia Viva, poi l’ex segretario metropolitano del partito Venanzio Carpentieri (già sindaco di Melito) comunica in un’intervista a un quotidiano cittadino la scelta di non rinnovare la tessera, prendendosi una “lunga pausa di riflessione”.

Anche tra i candidati non eletti, cito l’ex parlamentare non eletto per me più autorevole Paolo Siani, non sono mancate valutazioni severamente critiche sul partito e le sue recenti scelte. Candidature catapultate da Roma, senza alcun radicamento territoriale, vedi i Franceschini, gli Speranza, le Camusso, scelte strategiche sulle alleanze ondivaghe, che alla fine hanno tenuto sostanzialmente fuori dalla contesa elettorale la micro-coalizione di centro sinistra. A me pare che i rilievi più condivisibili riguardino l’identità smarrita dei Democrats, palesemente non attrezzato per la vocazione maggioritaria cui pensava Veltroni al Lingotto di Torino nel 2007, disancorato dalla tradizione e dalla storia del Socialismo Europeo, di cui non vi è traccia nel nome e nel simbolo del partito, incapace di porsi come perno di un sistema di alleanze intellegibile e con una visione e una Mission sul futuro del Paese.

A Napoli la situazione appare ancor più allarmante- Da quanto tempo non si celebra un Congresso vero, su posizioni strategiche e tesi alternative? Da quanto tempo si discute di rinnovamento delle classi dirigenti senza risultati apprezzabili? Dando spazio, ancora una volta, a candidature verticistiche se non familistiche? Io credo che per il PD sia davvero giunto il momento di un Congresso di Ricostruzione dei propri valori, del proprio profilo identitario, delle priorità programmatiche. Si vuole essere un partito liberaldemocratico, attento soprattutto alla media borghesia e ai salotti buoni della finanza, come chiedono i centristi e i renziani che non l’hanno seguito nella scissione?

O si vuole ricostruire un moderno soggetto laburista, che faccia esplicito riferimento al Socialismo, già nel nome e nel simbolo e che ponga i temi della frammentazione e della precarietà dei nuovi lavori e rappresenti quelli tradizionali, occupandosi finalmente della crescita delle disuguaglianze sociali e del vertiginoso aumento della povertà causato anche dal covid e dalle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina? Io credo che per il PD sia terminato il tempo dell’ambiguità e del galleggiamento tattico, la sconfitta è tata troppo grave ed evidente per potersi accomodare a aggiustamenti tattici e a riequilibri tra le componenti interne, il Paese e il futuro non aspettano, a sinistra ormai è evidente che il Movimento 5 Stelle di Conte rappresenti oramai un’offerta politica cui da tante parti si guarda con interesse, mentre al Centro è in atto l’Opa di Calenda e Renzi. Io credo che si debba subito avviare il Percorso per un Congresso di svolta, a partire proprio dalla Assise metropolitana di Napoli, dove lo tsunami è stato ancor più preoccupante.