A quasi 40 anni da quell’incidente in cui persero la vita tre persone, tra cui un bambino di 9 anni, una parte della carcassa dell’auto è ancora lì, in quel burrone ai primi chilometri della Via del Sale Limone-Monesi. È il rottame della Chevrolet guidata da Beppe Grillo il 7 dicembre del 1981, quando il comico genovese fu vittima di un grave incidente in cui morirono le altre tre persone a bordo del veicolo, Renzo Giberti, 45 anni, la moglie Rossana Quartapelle, 33, il figlio Francesco. Per quell’incidente Grillo venne assolto in primo grado e condannato in Appello e in Cassazione a 14 mesi con sospensione condizionale della pena.
Oggi il sindaco Limone Piemonte, Massimo Riberi, vuole che il fondatore del Movimento 5 Stelle collabori nella rimozione della carcassa, diventata col tempo una sorta di oggetti di culto, come l’autobus di “Into the wild”.
Quel rottame – racconta il sindaco a La Stampa – non è un trofeo da mostrare ai turisti. Tanti continuano a fermarsi, per scattare fotografie come fosse un’attrazione. Invece bisogna avere rispetto delle persone che sono decedute in quella tragedia. Proverò a contattare Beppe Grillo, per collaborare insieme, trovare una soluzione condivisa e rimuovere definitivamente i resti del veicolo”.
Oggi gran parte del veicolo, un fuoristrada sui cui viaggiavano Grillo, l’amico ex calciatore Giberti e i familiari di quest’ultimo, è stato in gran parte preso di mira dagli sciacalli. “Ricordo che nel mese successivo all’incidente – spiega infatti Riberi -, giorno dopo giorno sparirono le componenti “di valore” dell’auto: pneumatici, carrozzeria, parti interne dell’abitacolo. Ora è rimasto soltanto un piccolo cumulo di rottami, tuttavia visibili a un centinaio di metri dalla strada. Niente di personale con Beppe Grillo, capisco che sia difficile per lui ricordare, ma ritengo che vadano rimossi per sempre, mettendo la parola fine a quella terribile vicenda”.