Il sindaco di Milano Beppe Sala è stato minacciato più volte e in termini violenti sulle chat dei gruppi Telegram. “Da alcune ore su Telegram si è scatenato contro di me tutto quel mondo. Minacce di decapitazione, il mio numero e la mia mail resi pubblici … Cercherò di stare tranquillo. Ma non si scherza col fuoco”, ha detto Sala in un video pubblicato su Facebook. Il sindaco ha intitolato il video “non si scherza col fuoco” facendo riferimento ad alcuni titoli di giornali – che Sala querelerà – che avevano ripreso le sue dichiarazioni, a suo modo di vedere in maniera fuorviante. E quindi pericolosa.

Il sindaco si era espresso nelle scorse settimane sulle manifestazioni contro la certificazione verde – che prova la somministrazione del vaccino, un tampone negativo, la guarigione dalla malattia – dal 15 ottobre estesa a una platea di 23 milioni di lavoratori pubblici e privati. Sulle chat sono stati riportati i numeri di telefono fissi del sindaco e della sua segreteria e gli indirizzi mail. Più preoccupante la caccia all’indirizzo di casa del primo cittadino. Alcuni No Green Pass sono andati a pescare articoli di qualche anno fa, relativi a un furto in casa del sindaco.

I messaggi e le minacce delle chat sono finiti al vaglio del capo del pool Antiterrorismo della Procura Alberto Nobili e della Digos. Aperto un fascicolo. “La polizia potrebbe caricarli ma il prefetto ovviamente e giustamente non vuole farlo. Servirebbero anche più agenti a Milano”, aveva detto a L’Aria che tira su La7 Sala sulle manifestazioni organizzate nelle scorse settimane. E quindi le repliche sul gruppo Telegram “Basta dittatura! Proteste”: “A testa in giù maiale”, “Diamo fuoco a questo infame”, “Potevano aspettare che tornasse e decapitarlo sul posto”, “Lo carichiamo e lo portiamo in discarica”, “Seguirlo quando esce dal Comune fino a casa”.

Sabato scorso, 23 ottobre, 10mila persone hanno sfilato per le strade di Milano in protesta. Fallito l’assalto alla sede della CGIL, come successo qualche settimana fa a Roma, come lo sfondamento del cordone di polizia. Traffico in tilt e bloccato per cinque ore in centro e sulla circonvallazione. Il corteo era partito da Piazza Fontana. Alcuni manifestanti hanno aggredito una troupe di giornalisti. Sabato prossimo previsto un altro corteo. Qualcuno insiste “a passare sotto casa di Sala”. Gli inquirenti stanno cercando di identificare gli autori dei messaggi, alcuni firmati da pseudonimi, altri con nome e cognome.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.