Tutte fandonie
Bibbiano: accuse gigantesche e insussistenti, fu solo sciacallaggio
Indignazione e clamore, ma il caso era una fake news. Nessuno fa ammenda?

Del caso di Bibbiano, pozzo di ogni nequizia, “inferno sulla terra”, non era vero niente. Era la madre di tutte le fake news. Le indagini partirono nell’estate del 2018; fu allora che il pm di Reggio Emilia – Valentina Salvi – in seguito a denunce presentate dai servizi sociali verso genitori accusati di essere violenti – decise di dare inizio alle indagini, che coinvolsero medici, psicologi, assistenti sociali e politici. L’ipotesi era che, attraverso falsi documenti e pressioni psicologiche, i servizi sociali riuscissero a plagiare i minori, affinché i genitori venissero screditati e si potesse procedere all’affido, sulla base di ipotetiche violenze, nei fatti mai subite.
Una gigantesca campagna diffamatoria e calunniosa a cui hanno preso parte politica, media e istituzioni giudiziarie. Partiamo da queste ultime? Sono gli investigatori di Reggio Emilia a chiamare “Angeli e Demoni”, proprio come un thriller di Dan Brown, l’inchiesta. Dove gli angeli sono i bambini e i demoni i loro mostruosi sfruttatori. L’inchiesta della procura reggiana che venne così chiamata fa capire sin da quel suo atto di nascita quale fosse l’aurea del caso. Perché se chi deve tutelare le garanzie dell’imputato e la sua presunzione di innocenza intitola l’indagine, sta così indirizzando – eccome – il corso del processo. Sia come sia, “Angeli e Demoni” è iniziata nel 2018 e ha avuto al centro della indagini la rete di servizi sociali della Val D’Enza. L’accusa verso i responsabili dei servizi sociali consisteva nel fatto che avrebbero falsificato più relazioni al fine di riuscire ad allontanare diversi bambini dalle proprie famiglie per darli in affido ad amici e conoscenti. Il tutto, naturalmente, dietro compenso. Tutte fandonie. Accuse gigantesche e insussistenti.
Proiezioni di ombre fatte ad arte per spaventare, creare un allarme tanto infondato quanto efficace. Tutti i tg e i talk show hanno tenuto i riflettori accesi per due settimane di fila. I sindaci della zona erano tutti del Pd? Il centrodestra e il Movimento Cinque Stelle si fregano le mani. Bibbiano diventa un esperimento elettorale. Adombrando quell’alone di sospetto apodittico – basato cioè sull’unico sostegno del sospetto stesso – quanto consenso poteva essere distolto alla parte che fino ad allora era il consolidato riferimento amministrativo dell’area reggiana? La vicenda non poteva non entrare prepotentemente nella campagna elettorale per le Regionali che nel 2020 interessavano l’Emilia Romagna che qualcuno riteneva contendibile. Ed eccola, Lucia Borgonzoni a incarnare l’eroina, la liberatrice: la leghista candidata contro Stefano Bonaccini cavalca spericolatamente i fantasmi di Bibbiano.
E per non essere da meno, ecco la rincorsa della deputata Maria Teresa Bellucci di Fratelli d’Italia che porta il caso in parlamento. Giorgia Meloni, da presidente di Fratelli d’Italia, si precipita a sirene spiegate. “Siamo arrivati per primi, ce ne andremo per ultimi”, dirà. Luigi Di Maio si abbandonerà a un video emozionale al grido:“Mai con il Partito di Bibbiano”. Alessandro Di Battista annuncerà, con sfrontata solennità, che avrebbe messo da parte tutti i numerosi impegni per dedicarsi a scrivere un libro sulla “incredibile vicenda di Bibbiano”. In Parlamento, comparvero striscioni prima, magliette poi. Indignazione a comando. Una commissione parlamentare d’inchiesta venne istituita in fretta e furia il 27 maggio 2021 per essere affidata alla presidenza della leghista Laura Cavandoli.
E oggi? Chi si scusa? Domanda retorica, in un Paese che non conosce vergogna. Di fatto, la corte d’Appello di Bologna ha assolto lo psicoterapeuta Claudio Foti, il primo degli specialisti finiti sul banco dell’accusa, con una sentenza che farà giurisprudenza. “Occorrerà naturalmente attendere le motivazioni”, hanno dichiarato ieri Giovanni Tarquini e il professor Vittorio Manes, avvocati difensori di Andrea Carletti, il sindaco di Bibbiano imputato nel processo, “Ma questa decisione, così netta nell’escludere ogni profilo di rilievo penale ed ogni irregolarità in capo a Foti, sembra confermare ciò che questa difesa ha sempre sostenuto: la totale buona fede del sindaco Carletti nell’assoluta correttezza e piena affidabilità delle attività svolte della onlus Hansel & Gretel e del percorso terapeutico svolto dagli assegnatari del servizio”.
La sentenza mette una pietra tombale sui presunti affidi illeciti nella val d’Enza reggiana. E la politica, e i leader politici che avevano speculato sulla vicenda? Ne chiede conto Matteo Renzi: “Nel 2019,Meloni, Salvini, Di Maio si erano messi d’accordo per attaccare su Bibbiano. Lo scandalo o presunto tale. Ieri si è scoperto che quello scandalo non era tale e gli indagati sono stati assolti. Facciamo una cosa Giorgia, perché non sei la prima oggi a chiedere scusa per l’indecorosa campagna giustizialista che hai fatto?”. A Renzi che parla apertamente di sciacallaggio fa eco la capogruppo di Italia Viva al Senato, Lella Paita. “Ma ve li ricordate quelli con la maglietta ‘Parliamo di Bibbiano’? Ve li ricordate i cartelli e la gogna mediatica? Tante vite rovinate dal fango. Ma i partiti populisti che hanno speculato per anni su questa vicenda chiederanno mai scusa?”. Dagli interessati, risponde un eloquente e imbarazzante silenzio.
© Riproduzione riservata