Una bimba palestinese di quattro anni è stata uccisa “accidentalmente” dagli agenti israeliani nel corso del fallito attentato a un checkpoint di Gerusalemme Est, dove un uomo alla guida di un’auto ha tentato di travolgere i poliziotti. Secondo una ricostruzione della polizia israeliana diffusa in un secondo momento, e riportata da The Times of Israel, a bordo dell’auto viaggiavano un uomo e una donna che hanno accelerato al checkpoint  di Ras Bidu ferendo lievemente un agente mentre i colleghi di quest’ultimo hanno aperto il fuoco uccidendo i due occupanti. Una bambina palestinese che sedeva in un altro veicolo è stata colpita per sbaglio ed è morta poco dopo sul posto per ferite d’arma da fuoco, secondo quanto riferiscono le fonti di polizia. L’agente israeliana della guardia di frontiera è stata ricoverata in un ospedale di Gerusalemme in condizioni non gravi.

Cisgiordania, giornata di fuoco tra attentati e vittime

L’uccisione “per errore” della bimba palestinese arriva al termine di una giornata di fuoco in Cisgiordania dove a Jenin, in raid aereo condotto con droni dalle forze di Tel Aviv sono morte almeno sette persone, mentre un’agente della polizia di frontiera israeliana, la sergente 18enne Shay Germay, ha perso la vita nell’esplosione di una bomba che ha colpito il veicolo su cui viaggiava. Un altro cittadino israeliano è stato ucciso sempre in Cisgiordiania. A Gaza invece, nel 92esimo giorno di conflitto, sono stati uccisi due giornalisti nel corso di un attacco israeliano nel sud della Striscia. In un altro raid nella Striscia è poi morto Ali Salem Abu Ajwa, giornalista anche lui, oltre che nipote dello sceicco Ahmed Yassin, che fondò Hamas a Gaza nel 1987 e ne fu il leader spirituale finché non fu ucciso da Israele nel 2004.

Giornalisti uccisi, Al Jazeera: “Israele vuole scoraggiare reporter”

Al Jazeera ha condannato “fermamente” l’uccisione dei giornalisti da parte di Israele che avrebbe l’obiettivo di “scoraggiare” i reporter “dallo svolgere la loro missione, violando i principi della libertà di stampa”. In Medio Oriente c’è stata anche l’ennesima visita, la quarta dall’inizio del conflitto, del segretario di Stato americano, Antony Blinken, che ha parlato di: “Tragedia inimmaginabile”.

Blinken in Medio Oriente: “Tragedia inimmaginabile”

Blinken in Giordania ha incontrato il re Abdullah II, prima di recarsi in Qatar. Il sovrano giordano ha messo in guardia il funzionario Usa sulle “ripercussioni catastrofiche” della guerra a Gaza. Blinken ha risposto alle preoccupazioni di Amman sui possibili piani israeliani per un reinsediamento dei palestinesi da Gaza e dalla Cisgiordania, sottolineando “l’opposizione degli Stati Uniti allo spostamento forzato dei palestinesi” da entrambi i territori. Preoccupazioni anche per la possibile estensione del conflitto in Libano con funzionari Usa sentiti dal Washington Post hanno affermato che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, potrebbe volere una vera e propria guerra con Hezbollah per una questione di tornaconto politico. Proprio da Netanyahu è arrivato un severo monito ai miliziani libanesi: “Hezbollah impari ciò che Hamas ha già imparato negli ultimi mesi, nessun terrorista è immune’ ha avvertito.

Morti a Gaza, Save The Children: “Ogni giorno 10 minori perdono un arto”

Morti che aggravano il bilancio di tre mesi di guerra. Nella Striscia di Gaza, stando al locale ministero della Sanità, i palestinesi morti nell’operazione israeliana sarebbero oltre 22mila e 800, migliaia sarebbero bambini. Secondo Save The Children ogni giorno nell’enclave più di 10 minori perdono un arto. Tel Aviv, da parte sua, dopo aver annunciato lo smantellamento delle capacità militari di Hamas nel nord dell’enclave ha rivendicato l’uccisione, nella stessa zona, di 8mila miliziani negli attacchi lanciati in risposta ai massacri del 7 ottobre che hanno provocato 1200 vittime.

Redazione

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