E’ stata la mamma a trovarlo una cordicella avvolta intorno al collo e appesa ad un attaccapanni. La donna, di professione medico, ha tentato di rianimarlo in attesa dell’arrivo del 118. Ma è stato tutto inutile. Il piccolo di 9 anni è arrivato già privo di vita all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari.

La tragedia si è consumata in un appartamento nel quartiere San Girolamo del capoluogo pugliese. Adesso saranno le indagini a chiarire se si è trattato di un suicidio o un gioco finito in tragedia così come si è verificato qualche giorno fa a Palermo dove una bambina di 10 anni è morta soffocata dalla cintura dell’accappatoio nel tentativo di replicare una sfida partita dai social.

Sul caso indaga la Procura ordinaria (per gli accertamenti tecnici sulla morte e su eventuali responsabilità) e quella minorile.  Il pm di turno Angela Maria Morea, oltre a disporre l’autopsia, ha ordinato il sequestro dei dispositivi elettronici presenti in casa (play station e due cellulari) per verificare se la morte del piccolo sia in qualche modo legata a gesti di emulazione o alla partecipazione a giochi pericolosi attraverso i quali sarebbe entrato in contatto sulla rete web. Nella casa dove viveva il piccolo sono stati per ore gli agenti della Squadra Mobile e della Scientifica per effettuare i rilievi.

La procura di Bari ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Stando a quanto si apprende, il bambino non aveva un telefonino cellulare. Sequestrato anche il cordino trovato attorno al collo: si tratta di un laccio usato per appendere un badge.

DISAGIO AMPLIFICATO DALLA PANDEMIA – “Al momento non abbiamo elementi che colleghino questo episodio a giochi online” dice, secondo quanto scrive l’Ansa, il procuratore del Tribunale per i Minorenni di Bari Ferruccio De Salvatore, secondo il quale però “sicuramente c’è un problema con questi giochi che stanno circolando, da tempo ormai. Prima il Blue whale, poi Momo e adesso Tik Tok, possono essere molto rischiosi e noi dobbiamo tener conto che con riferimento a determinate fasce di età lo spirito di emulazione è molto forte”.

“Il problema c’è ed è stato esasperato dalla pandemia – continua De Salvatore all’Ansa – , perché molti giovani, soprattutto adolescenti, si sono rinchiusi in se stessi e sono diventati aggressivi con se stessi e gli altri. Sono aumentati i casi di cutting, cioè il taglio degli arti con lamette, e i tentativi di suicidi che coinvolgono fasce d’età sempre più basse”.

LA PAROLE DEL SINDACO – Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Bari Antonio Decaro. “Una notizia devastante per la città, mi immagino i genitori e lo dico più che da sindaco, da genitore di due figlie” ha dichiarato all’emittente televisiva locale Telebari. “Non e’ una bella giornata – ha proseguito il sindaco – . Non si conosce ancora la dinamica, però è venuto a mancare un bambino di 9 anni che è stato trovato in casa dalla mamma a San Girolamo. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni forse capiremo che cosa e’ successo, ma non e’ un bel momento”.

“SE MORTE PER CHALLENGE OSCURARE SOCIAL” – “Dopo il caso di Palermo, a Bari un altro bambino, di solo 9 anni, si è suicidato con una corda al collo. La magistratura sta indagando e ha sequestrato tutti i dispositivi informatici a cui il minore aveva accesso per capire se ancora una volta siamo davanti a una tragedia dovuta alle assurde challenge a cui i bambini partecipano sui social. Se così fosse – sottolinea in una nota la presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Licia Ronzulli – la situazione sarebbe ancor più allarmante di quanto si sospettasse e non ci sarebbe alcuna alternativa alla chiusura, almeno temporanea, delle piattaforme su cui queste sfide hanno luogo e che i gestori hanno il dovere di rimuovere con la massima tempestività tutti i contenuti pericolosi per la sicurezza dei minori”.

Avatar photo

Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.