Un bambino deve essere operato al cuore ma l’intervento è stato bloccato dalla famiglia che pretende dai medici rassicurazioni sulla trasfusione necessaria per l’operazione. “Deve essere sangue di una persona non vaccinata al covid19” hanno precisato i genitori. E’ quanto accaduto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove una famiglia no vax della provincia di Modena ha bloccato tutto da diverse settimane con la vicenda che è finita in Tribunale. Una vicenda che ricorda quella andata in scena ad agosto 2021 a Rimini da parte delle figlie di un ultranovantenne.

L’intervento potrà avvenire, secondo i genitori, solo se il sangue verrà prelevato da donatori non vaccinati. Così è stato lanciato dalla famiglia anche un appello su Telegram alla platea no vax per reperire volontari non vaccinati così come riportato dalla Gazzetta di Modena. E in seguito sarebbe stata presentata una lista di donatori ‘idonei’ all’ospedale. 

Sant’Orsola che, in accordo col centro trasfusionale territoriale, si è opposto alla richiesta dei genitori perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi per ragioni di sicurezza. Le sacche di sangue per le trasfusioni appartengono infatti a donatori anonimi. Su nessuna è indicato se il donatore sia vaccinato, guarito dal Covid o altro.

E’ passato tutto in mano agli avvocati e la risoluzione del caso è stata demandata al giudice tutelare di Modena. Sulla vicenda si è mossa anche la Procura per i minori di Bologna con un ricorso inviato il 2 febbraio al tribunale per i minorenni. Un intervento più ampio, a tutela del minore, che riguarda un’eventuale limitazione della responsabilità genitoriale.

Intervistato dall’Ansa, Vincenzo De Angelis, direttore del Sant’Orsola, definisce la richiesta “assurda” 2 “priva di fondamento scientifico. La scelta del sangue è legata a precisi criteri di compatibilità e non a capricci. Usare quello di persone non vaccinate non ha alcun fondamento scientifico perché con la trasfusione non si ‘trasmette’ il vaccino”.

Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici con il presidente Filippo Anelli che rivolge un appello alla famiglia no vax: “Comprendiamo le paure dei genitori, quando a soffrire è un bambino, un figlio, ci si aggrappa a qualunque appiglio, credendo di fare il suo bene, di tutelarlo. Per quello che può valere, li preghiamo di ascoltare i medici che lo hanno in cura e che sapranno scegliere la terapia migliore per lui, senza ritardare le cure”.

“I protocolli che regolano le donazioni, e che non permettono di scegliere il donatore, sono scritti nell’interesse dei pazienti, per rendere i processi sicuri – continua Anelli – del resto, non comporta alcun pericolo ricevere sangue da donatori vaccinati contro il Covid-19”. “Chiediamo quindi – ribadisce – ai genitori di avere fiducia nei medici, che sono pronti a spendere tutte le loro conoscenze e competenze per questo paziente così prezioso. E di dare al loro bambino la possibilità di guarire, possibilità tanto più alta quanto più tempestivo sarà l’intervento. A loro, e al piccolo paziente, va il nostro abbraccio e il nostro in bocca al lupo per la prova che deve affrontare e in cui non sarà solo, ma accompagnato dai suoi medici e dall’affetto e la speranza di tutti noi”.

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