Armati di pistola, sono andati sotto casa di un imprenditore di un’agenzia di onoranze funebri per imporgli la tassa mensile per aiutare i detenuti del clan da pochi mesi reclusi in carcere dopo il maxi blitz dello scorso 14 luglio a Pianura, periferia ovest di Napoli. Tre uomini ritenuti affiliati al clan Calone-Esposito-Marsicano sono finiti in carcere in seguito a un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale partenopea ed eseguito dai carabinieri, perché ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dalla finalità mafiosa.

L’obiettivo, secondo quanto emerso nelle indagini lampo condotte dalla procura di Napoli e partite in seguito alla denuncia dell’imprenditore, era quello di farsi consegnare 2mila euro subito più altri 3mila euro al mese. Protagonisti Rosario Iorio, 39 anni (a sinistra nella foto), Francesco Marfella, 20 anni (nella foto a destra) e Christian Titas, 29 anni.

I 3 fermati si trovano ora nel carcere di Secondigliano, in attesa dell’udienza di convalida. Il provvedimento eseguito è una misura precautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Iorio, che da mesi si trova ai domiciliari dopo l’arresto per detenzione d’arma da fuoco, ribadiva la pretesa estorsiva mediante una videochiamata alla vittima. Marfella, soprannominato “Marfellino”, non è legato alla famiglia del vecchio clan Marfella che negli ultimi mesi ha registrato la scarcerazione di Enzo Romano, 46 anni, fratellastro di Salvatore Marfella (figlio del superboss Giuseppe Marfella) ed elemento apicale del clan Pesce-Marfella condannato a più ergastoli dopo la faida con il clan Mele andata in scena tra il 2013 e il 2017.

Romano, tornato in libertà dopo quasi sei anni di carcere (fu arrestato nel maxi blitz del marzo 2017), risiede nella zona di via Napoli, oggi controllata dagli affiliati del clan Marsicano-Esposito. Dopo la sua scarcerazione sono state segnalate esplosioni di colpi d’arma da fuoco nei pressi della sua abitazione in via Claude Monet ma al loro arrivo i poliziotti del locale Commissariato non hanno trovato tracce.

AGGIORNAMENTO 20 OTTOBRE: Intercettato anche il quarto destinatario del decreto di fermo. Si tratta di Carlo Pulicati (Napoli 23.09.1994) perché ritenuto gravemente indiziato insieme ai tre di ieri del reato di tentata estorsione con l’aggravante di aver agevolato l’organizzazione mafiosa, denominata clan Esposito-Marsicano-Calone, operante nel quartiere partenopeo di Pianura e zone limitrofe. Pulicati, vittima di un agguato a inizio luglio, è stato trovato nell’azienda di famiglia con l’intenzione di costituirsi e non ha opposto resistenza.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.